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Alba De Cespedes, la donna che detestava l’etichetta di femminista

Alba De Cespedes, è stata una donna colta, internazionale, capace di uno sguardo indipendente sull’Italia e sulle questioni femminili. Dagli anni ’30, ha parlato alle donne attraverso i personaggi dei suoi libri: donne libere e indipendenti, che incarnavano le aspirazioni delle nuove italiane.

Discendente di Carlos Manuel de Cespedes considerato dai cubani “il padre della patria” per essere stato l’iniziatore della prima rivolta contro gli spagnoli, Il suo primo libro viene censurato dal regime fascista e, dopo l’8 settembre, con il nome di Clorinda, la sua voce incita da Radio Bari alla Resistenza.

Nel dopoguerra Alba fonda e dirige la rivista letteraria “il Mercurio”. La sua firma è garanzia di successo. I romanzi “Dalla parte di lei” e “Quaderno proibito”, sono campioni di vendite. Negli anni ’60 si trasferisce a Parigi, dove, nel ’68 vive all’interno del movimento studentesco del maggio francese. Nello stesso anno è all’Avana al fianco di Fidel Castro, per commemorare il nonno nel centenario della guerra dei dieci anni. E’ morta nel novembre del 1997 a Parigi, a 86 anni.

Detestava l’ etichetta di “femminista”:

“Ne faccio una questione di razza: per me le donne sono una razza oppressa, e per questo sto dalla loro parte”.

Quaderno proibito (dal quale anni prima aveva tratto un’ opera teatrale) è un romanzo familiare dai toni di un thriller. Una mamma lotta contro se stessa, per affrancarsi dallo stereotipo anni Cinquanta. Strumento della lotta è un modesto quaderno di scuola dalla copertina nera, proibito “perché è il diavolo”, dice la protagonista, che viene segretamente segnandovi – con grande senso di colpa – gli avvenimenti della famiglia: e invece di una solida costruzione, disegna suo malgrado una casa che si sta disgregando.

Quel quaderno ha il valore dirompente che trent’ anni più tardi ha avuto, per le femministe,

l’ autocoscienza: il semplice “parlare di sé”.

Una volta dette, le cose non sono più invisibili: la congiura del silenzio è rotta, e con essa tutte le congiure della convenzione.

La sua figura e i suoi lavori sono oggi molto attenzionati da parte di studiosi, letterati e storici che stanno rivalutando le opere di alcuni scrittori del 900.