Beauty mania, quando la bellezza diventa ossessione

Per superare l’ossessione del corpo giovane e perfetto, cominciamo a parlare bene di quello che abbiamo. È il primo consiglio di una psicologa americana che ha misurato i danni provocati dall’autolesionismo femminile.

Beauty mania, quando la bellezza diventa ossessione (Harper Collins, euro 14,87) è il saggio che l’americana Renee Engeln, pluripremiata docente di Psicologia alla Northwestern e alla Loyola University, dedica al mito culturale della bellezza e alle sue conseguenze, spesso dannose, sulla vita delle donne.

Come superare questo mito che rischia di inchiodarci alla frustrazione di non essere mai abbastanza magre, belle, giovani .. ? Compiendo nuovi gesti consapevoli e ripetendoli finché non saranno diventati abitudine.

In 450 paginedi ricerche, esperimenti e storie che più vere non si può, la Engeln racconta quanto l’ossessione per la bellezza tenga in catene i nostri corpi e le nostre anime, il più delle volte senza che neanche ce ne rendiamo conto, e ci rubi ore preziose, denaro, felicità, futuro. Paradossalmente proprio oggi che le donne si stanno convincendo a prendersi gli spazi che desiderano il mito della bellezza le blocca in una “nuova prigione”: ci ostacola nel guardare avanti, nel sentirci libere, nell’essere pienamente felici. Se tutto questo accade non è responsabilità nostra, spiega l’autrice, ma di una cultura che ossessiona le donne sull’avvenenza convincendole da una parte, che la loro bellezza sia sempre sotto esame, dall’altra che sia essenziale per la felicità.

 

Tra i suggerimenti che ci vengono dati quando parliamo del nostro corpo così come di quello delle altre possiamo scegliere e controllare le parole che pronunciamo, anche perché quando sminuiamo i nostri corpi diamo agli altri il permesso di fare altrettanto.

“Sappiate che non siete tenute a esprimere ad alta voce ogni pensiero negativo sul vostro corpo. Quando sentite altre donne parlare del corpo in modo negativo, non abbiate paura a chiedere loro di cambiare discorso. E quando state per criticare il vostro fisico, cogliete l’occasione di alimentare la vocina nella vostra testa che dice <<Oggi non farò questo a me stessa>>”.

Tutti gli esseri umani sono biologicamente programmati per ricercare la bellezza, si legge nel libro, ma possono, anzi devono alleggerire il peso che questo tema occupa nelle loro vite.

Tra le strategie suggerite c’è l’autocompassione, che sembra aiutare ad accettare se stesse ben più di quanto faccia e abbia fatto l’autostima.

«A differenza dell’autostima, che di solito dipende dal giudizio altrui, l’autocompassione non richiede approvazione o input da parte di terzi, e poi non necessita di strumenti particolari, ma solo di esercizio», spiega Renee Engeln. Insomma trattiamoci con calore e gentilezza e prendiamo le distanze dal processo allo specchio.