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Bullismo e bullismo criminale: NO all’assuefazione, NO alla rassegnazione

Si può non reagire alla violenza ma non bisogna mai assuefarsi.

Dopo lo shock di ieri notte per la sfida che mi ha lanciato un gruppo di bulli mentre rientravo a casa con i miei figli non smetto di pensare a come difendersi da questo orrore. C’è un modo di reagire? Possiamo tentare di vincere una battaglia di civiltà che vede gruppi di soggetti privi di valori e dignità, da un lato, e per i quali la vita non vale nulla, contrapposti a essere umani comuni, come me, che rifiutano la violenza in tutte le sue forme e le umiliazioni inflitte al prossimo? Cosa è giusto che io dica ai miei figli dopo quello che hanno vissuto con me ieri notte?

Abbiamo nuovi mali sociali per i quali non conosciamo ancora l’antidoto. E la cosa più assurda è che non vediamo che questi mali ci distruggeranno come un cancro se non arginati, se non combattuti.

Insulti, umiliazioni, violenza fisica: il bullismo non è uno scherzo. E inostri figli possono essere vittime, autori o testimoni.

L’ultima indagine italiana, effettuata su larga scala, è quella dell’Istat risalente al 2014. I risultati mostrano che poco più del 50% degli 11-17enni ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti.Il bullismo mina l’autostima e la dignità dei ragazzi e alla lunga può portare a situazioni di depressione e di ansia e comportamenti autolesivi. Il bullismo è diventato un problema enorme e ha provocato la morte o il suicidio di adolescenti in diverse scuole. È qualcosa da prendere molto sul serio. Ed aggiungo che c’è bullismo e bullismo criminale. E su questo secondo tipo di violenza vorrei riflettere. Ieri sera non ho reagito. Non ho urlato. Ho osservato incredula alle scene di violenza e volgarità ad opera dei “bambini”, non erano neanche ragazzi, erano “bambini”. Ho avuto paura per mio figlio, per la sua reazione. Ho pensato: e se sono armati di pistole o coltelli?

A casa è seguita una lunga discussione per spiegare, capire, parlare…Dovrò vincere la paura ogni volta che i miei figli affronteranno le uscite di casa da soli.

Ma i delinquenti di ieri sera chi li placherà? Chi raccoglierà il loro grido di rabbia e di violenza estrema ? Quali saranno le loro prossime vittime?

Sono li fuori le bestie ed aspettano solo delle nuove prede. Magari più stimolanti di noi, capaci di raccogliere la sfida e dar sfogo pienamente alla loro violenza insensata.

 Credo che quei minori andrebbero sottratti alle loro famiglie.

Sottrarre i figli minorenni ai nuclei familiari mafiosi è già una prassi giudiziaria che ha portato risultati ottimi a Reggio Calabria e che si potrebbe consolidare prevedendo strutture adeguate alle necessità di accogliere ed educare questi minori, allo scopo di fornire loro le condizioni per un avvenire migliore.

Io non mi rassegno. E non voglio assuefarmi al male. La disgregazione sociale che avanza si può combattere.