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Daphne Caruana Galizia: Dì la verità anche se la tua voce trema

Il 16 ottobre di due anni fa Daphne Caruana Galizia, giornalista investigativa maltese, veniva uccisa in un attentato.

Oggi avrebbe avuto 55 anni, il suo impegno e la sua dedizione come giornalista l’hanno portata via troppo presto.

È davvero drammatico pensare che ci sia ancora bisogno di moniti a difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini.

Le inchieste di Daphne Caruana Galiziasono oggi raccolte nel libro “Dì la verità anche se la tua voce trema”. Frase della stessa Daphne, consapevole dei rischi che correva e inarrestabile nella sua ricerca della verità anche quando sentiva la paura.

L’opera, la prima della collana Munizioni, curata da Roberto Saviano per Bompiani, è nata come “baluardo a difesa delle pagine di chi scrivendo è perseguitato e scrivendo è morto”, uscirà domani, a due anni esatti dalla morte di Daphne.
Per la prima volta sono stati raccolti i suoi scritti e i suoi reportage che per oltre 30 anni ha denunciato casi di corruzione, riciclaggio, truffa in cui erano coinvolti esponenti del governo di Malta, diventando così una sorta di suo testamento.

E  oggi, 15 ottobre, alle 11, nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana,  alla vigilia del secondo anniversario dell’omicidio della giornalista maltese, si terrà una conferenza stampa per chiedere all’Europa di mettere sotto osservazione Malta, dove è a rischio la libertà di informazione.

Sarà anche l’occasione per un focus sulla situazione dei giornalisti impegnati nelle zone di guerra e nelle aree a rischio del pianeta per i quali la Federazione internazionale dei giornalisti ha chiesto all’Onu l’approvazione di un protocollo che ne assicuri la protezione.

I rappresentanti della FNSI chiedono di conoscere i mandanti dell’omicidio della giornalista maltese che stava indagando sulle tangenti transitate nelle società offshore di esponenti del governo maltese.

Alla conferenza stampa presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa, parteciperanno esponenti del giornalismo europeo e il blogger maltese Emanuel Delia e sarà presentata l’inchiesta di Fanpage.it sulla morte di Daphne .

Con il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, saranno presenti il giornalista Sandro Ruotolo; il direttore di Fanpage.it, Francesco Piccinini; il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi; il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani; la rappresentante italiana nello Steering Committee della Efj, Anna Del Freo; il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury.

L’inchiesta di Fanpage.it a Malta ha raccolto le testimonianze di amici e parenti, di giornalisti coraggiosi che chiedono alla comunità internazionale, all’Europa di mettere sotto osservazione Malta.

https://www.facebook.com/watch/?v=1228380990680120

La libertà di stampa – spiega Corinne Vella,la sorella di Daphne Caruana Galizia – si sta deteriorando in tutto il mondo. Negli ultimi due anni, Malta ha perso 30 posizioni nel World Press Freedom Index compilato da RSF. Il commissario europeo per la giustizia Vera Jourova si è impegnata ad introdurre misure decisive per rendere il giornalismo più sicuro. Questo è un passo importante per il funzionamento della democraziaSenza giornalismo non può esserci democrazia. I giornalisti non dovrebbero essere degli eroi, ma semplicemente lavorare in sicurezza senza mettere a rischio la propria vita”.

https://www.articolo21.org/2019/10/due-anni-senza-mia-sorella-intervista-a-corinne-vella-sorella-di-daphne-caruana-galizia/

 

Daphne Caruana Galizia

Aveva iniziato a lavorare nel giornalismo nel 1987, come editorialista per il Sunday Times of Malta, ed era poi diventata editorialista e redattrice del Malta Independent. Negli ultimi anni della sua vita la sua notorietà era legata soprattutto a The Running Commentary, uno dei blog più letti del paese, dove Caruana Galizia pubblicava inchieste ed editoriali sulla politica locale, che spesso contenevano attacchi molto duri (e personali) contro i più importanti politici maltesi.

Tra le altre cose, era stata la prima giornalista a occuparsi delle implicazioni maltesi dei Panama Papers e a riportare la notizia del coinvolgimento di Konrad Mizzi, attuale ministro del Turismo maltese, e Keith Schembri, capo dello staff del primo ministro Joseph Muscat. Il suo ultimo post era stato pubblicato mezz’ora prima della sua morte. Caruana Galizia aveva 53 anni quando morì e aveva 47 cause per diffamazione in corso, cinque delle quali in sede penale: quasi tutte le erano state intentate da politici e sostenitori di politici maltesi.

Per il suo omicidio tre uomini sono stati arrestati come esecutori ma non si è ancora scoperto chi fossero i mandanti e il loro movente. Lo scorso maggio il Consiglio d’Europa (organizzazione con sede a Strasburgo che non ha niente a che fare con l’Unione Europea) aveva criticato duramente le autorità di Malta per non essere riuscite a garantire indagini indipendenti ed efficaci sull’uccisione della giornalista, e aveva chiesto al governo maltese di avviare un’indagine per stabilire se si fosse potuto impedire l’omicidio. A luglio il governo aveva detto di aver avviato un’inchiesta interna.

Noi tutti dobbiamo sollecitare il percorso della giustizia, il lavoro della magistratura e delle autorità maltesi perché si arrivi a fare piena luce sull’efferato omicidio di Daphne

https://stream24.ilsole24ore.com/video/cultura/lo-sguardo-sull-orizzonte-roberto-saviano-racconta-daphne-caruana-galizia/ACy1Uwr