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Dariana Koumanova, l’unica donna a dirigere a Sanremo 2018

E’ solo una donna a salire sul podio del direttore d’orchestra del festival di Sanremo 2018. E’ Dariana Koumanova, 47enne bulgara trapiantata in Italia dal 1994. Vuole essere chiamata direttore e non direttrice e sottolinea all’ANSA che non è per niente facile affermarsi in questo mondo di quasi tutti uomini.Nella storia dei 68 festival sanremesi lei è la quarta donna a dirigere e lo fa per Leonardo Monteiro, in gara tra le Nuove Proposte con il brano Bianca. La prima è stata la polacca Margherita Graczyk con Toto Cutugno nel 1995, poi è stata la volta di Federica Fornabaio (diresse Marco Carta ed Arisa nel 2009) e di Andrea Mirò (nel 2010, 2013, 2014).

“Quello del direttore d’orchestra è ancora oggi un mestiere prettamente maschile, in un ambiente maschilista. Probabilmente gli uomini non riescono ad accettare di essere ‘comandati’ da una donna”, è la sua analisi.

Diplomata in violino (ha suonato anche sotto la direzione di Herbert von Karajan) Dariana Koumanova, si è poi laureata in canto ed improvvisazione (ha inciso anche diversi brani dance) all’Accademia musicale di Sofia, direttore d’orchestra da un paio di anni, vocal coach, anima di una scuola di musica e di uno studio di registrazione a Milano insieme al maestro Adriano Pennino.

Eppure l’accoglienza a Sanremo non è stata delle più calorose: “Diciamo che qualcuno dell’orchestra ha provato a remare contro, a contestare il mio modo di dirigere. Hanno tentato di boicottarmi. Ma io ero preparata: i miei maestri, Victor Mayer e Massimiliano Caldi, mi avevano detto: ‘sei donna, sarà complicato. Donna e ultima arrivata, un connubio tremendo”.

Dariana non si è lasciata intimidire ed ha trovato supporto nella sezione ritmica: “sono gli unici che mi hanno sostenuto. Nessuno degli altri colleghi, anche famosi, è venuto a salutarmi, a darmi il benvenuto. E’ un peccato”. Un peccato soprattutto nel profluvio di fiori spuntati al bavero degli artisti per la campagna #iosonoqui. “Tutto ciò che dà spazio, anche poco, alle donne, può servire. C’è ancora tanto maschilismo in giro e ogni attenzione è importante qui in Europa, figuriamoci in altri Paesi dove le donne finiscono lapidate per molto poco”.

A darle forza anche sua madre, scomparsa tre mesi fa. “Lei ha diretto per alcuni anni il coro della scuola. Prima di salire sul palco la prima volta ho pensato a lei e le ho detto: ‘adesso mi devi aiutare, devi essere ancora qui'”.

Il suo sogno, oltre che tornare nell’immediato ai suoi allievi momentaneamente abbandonati “per questa bellissima follia”, sarebbe un giorno di dirigere alla Scala Prokofiev. “Ho tempo per studiare, approfondire. Per fortuna per la direzione d’orchestra non serve essere giovani”.