Deneuve e le Donne che tifano uomini contro Asia Argento

Catherine Deneuve insieme con un collettivo di oltre un centinaio di donne composto in prevalenza da artiste e intellettuali, ha criticato l’ondata “puritana” emersa dopo il caso Weinstein.

Proteggere le donne, dichiara il collettivo, non deve “incatenare le donne a uno status di eterne vittime“.

Il femminismo non è “l’odio degli uomini e della sessualità”.  “La violenza è un crimine – si legge nell’articolo – ma il ‘rimorchio’ insistente o maldestro non è un reato, né la galanteria è un’aggressione del maschio”.

In seguito al caso Weinstein, le donne del collettivo sono consapevoli che, c’è stata una “legittima presa di coscienza delle violenze sessuali esercitate sulle donne”, ma, attenzione, c’è un POI… Poi questa “liberazione della parola” si è “rivoltata nel suo opposto: ci viene intimato di parlare come si deve, di non provocare, e quelle che rifiutano di piegarsi a tali ingiunzioni sono viste come delle traditrici, delle complici”.
Il quotidiano Le Monde ha dato ampio spazio a questa iniziativa.

Avete capito donne? Abbiamo parlato troppo. Ed il troppo è troppo. Smettela! Perché altrimenti gli uomini si “impauriscono”. Loro non sono abituati a donne che escono troppo fuori dal guscio. Suvvia, perché volete spaventarli? Poi non ci corteggeranno più! Non ci inviteranno più a cena! Non ci accarezzeranno e ci sussurreranno nulla di intrigante perché temeranno che rischiamo di confondere un corteggiamento per una molestia!
Da Weinstein in poi la vita degli uomini non è più la stessa. Dobbiamo riportare serenità e ristabilire “l’ordine giusto” …
Vogliamo proporre corsi formativi per donne per educarle alla distinzione tra avance, complimento carino, complimento spinto e molestia?
Visto che siamo in periodo di entusiasmante campagna elettorale, periodo nel quale le proposte più creative ed impossibili stanno prendendo forma, vogliamo proporre anche politiche per il recupero della giusta femminilità? In cattedra facciamo salire la Deneveu , la Milo, e tutte le altre donne che sono preoccupate per gli uomini, che si sa, sono il sesso debole…

Smetto di fare ironia.

Occorre fare discernimento: c’è differenza tra molestia, abuso sessuale e corteggiamento. Ci mancherebbe. Occorre distinguere da caso a caso.
E sono davvero colpita dal fatto che un collettivo di donne possa sentire il bisogno di firmare un appello a difesa del corteggiamento e non senta l’urgenza di scendere in campo per i tanti e troppi diritti calpestati delle donne.

Esigenza di visibilità?
Paura di non essere più corteggiate?

E quindi, care donne, oltre che a “combattere” con gli uomini che non mollano qualcuna delle loro posizioni di potere a noi, dobbiamo fronteggiare anche l’ondata delle donne che difendono gli uomini.
Sempre brave a fare squadra, vero? Ecco perché le nostre sono microscopiche conquiste.

Moltissime le risposte durissime, almeno in Francia, arrivate alla Deneveu, governo incluso. La segretaria di Stato alla Parità, Marlène Schiappa, ha deplorato le “cose estremamente scioccanti, se non false”, contenute in quell’appello, che ha bollato come un grande “pot-pourri”.

A capeggiare la rivolta femminista, ben prima dell’intervento della fedele ministra dell’amministrazione Macron, è stata la militante Caroline De Haas, che ha raccolto una trentina di firme per denunciare l’iniziativa di Deneuve & C.. La De Haas, ha detto fra l’altro: “Le firmatarie della tribuna su Le Monde sono per la maggior parte delle recidive in materia di difesa di pedo-criminali o di apologia dello stupro”.

“Questa tribuna – si legge nella dura replica ripresa da tutti i media – sembra un po’ quel collega fastidioso, quello zio noioso che non capisce quello che sta accadendo. Appena si fa un passo avanti nell’eguaglianza, anche se di mezzo millimetro, delle anime pure ci mettono subito in guardia sul fatto che rischiamo di cadere nell’eccesso. Ma nell’eccesso ci siamo in pieno, in Francia ogni giorno centinaia di migliaia di donne sono vittime di molestie, decine di migliaia di violenze, centinaia di stupri. Ogni giorno. La caricatura è questa”.