Donne, il teatro-denuncia di Mitipretese

Mitipretese è un gruppo teatrale (fondato nel 2006 da Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra e Mariangeles Torres) che nasce dal desiderio di ricavarsi uno spazio di lavoro collettivo focalizzandosi sulle tematiche femminili. Quattro donne, quattro artiste, quattro grandi attrici che decidono, poco più che ragazze, di continuare sì a fare le loro carriere con i grandi registi di teatro, ritagliandosi però uno spazio per fare teatro loro sole, senza nessuno che dica come e quando. Fra tante storie di donne di grandi tormenti, rivalità, femminili rivendicazioni, questa è la storia piccola delle Mitipretese, una parola sola. Pretese miti, passo costante, tenacia e condivisione. Sandra Toffolatti, Alvia Reale, Manuela Mandracchia e Mariángeles Torres sembrano una famiglia. Che condivide quel bisogno di cura, autonomia, ascolto reciproco, ricerca. E così in autunno, le Mitipretese riprendono da dove sono partite, nel 2006: rimettono in scena i loro primi tre spettacoli, riavvolgono il nastro. Storie di donnenaturalmente. Nascono tre spettacoli che saranno presentati dal 23 aprile al 6 maggio, al Teatro Vascello di Roma, in collaborazione con il Teatro Stabile di Brescia.

 

 

 

 

 

“Roma ore 11”, in scena dal 23 al 26 aprile, è dedicato ad una inchiesta di Elio Petri sulla condizione femminile nel lavoro, nata dall’incidente avvenuto a Roma il 14 gennaio 1951 quando crollò la scala in uno stabile in cui si tenevano i colloqui di aspiranti dattilografe, uccidendo una ragazza e ferendone altre 77. Lo spettacolo ha vinto nel 2007 il premio ETI – gli Olimpici del Teatro come migliore spettacolo di innovazione. “Troiane/frammenti di tragedia”, in scena dal 27 al 30 aprile, attinge da grandi poeti come Euripide, Omero, Seneca, Ovidio, per raccontare come in ogni guerra la donna sia sempre doppiamente vittima. Ed ancora la donna nelle dinamiche familiari. Con “Festa di famiglia”,un originale adattamento da testi di Luigi Pirandello, con la collaborazione speciale di Andrea Camilleri, in scema dal 2 al 6 maggio, spettacolo vincitore nel 2009 il premio Alabarda d’Oro – Città di Trieste come migliore spettacolo dell’anno, si riflette sulle dinamiche di violenza e soprusoche si possono scatenare all’interno del nucleo familiare. Il pretesto per parlarne è il compleanno di una 60enne festeggiata dalle sue tre figlie. Il testo nasce da un originale assemblaggio di testi di Pirandello: commedie e materiali estratti dalle sue novelle e dai romanzi tagliati e cuciti insieme sotto la guida speciale di un maestro di ironia qual è Andrea Camilleri. E lui stesso racconta: “Quando le quattro Mitipretese, che conoscevo e stimavo dai tempi che frequentavano l’Accademia, vennero a casa mia per chiedermi di collaborare ad un loro progetto, in realtà il progetto era già ben avviato e definito, tanto è vero che mi lasciarono sul tavolo una sorta di copione. La proposta naturalmente mi lusingò, venendo da quattro attrici di valore, di spessore e di grande intelligenza drammatica. M’interessò molto, quel giorno, anche quello che dissero sul loro metodo di lavoro. Ogni scena che scrivevano, la collaudavano sottoponendola alla prova. La recitavano. La prova pratica metteva immediatamente in evidenza le carenze, i passaggi non risolti, le ripetizioni, le cadute del testo. E loro, di conseguenza, dopo lunghe discussioni, provvedevano a riscriverlo. Lessi il copione che mi avevano lasciato. C’era parecchio ancora da fare, ma sinceramente m’interessò in modo particolare, mi coinvolse. Le quattro avevano lavorato di fino, con lucido rigore, ritagliando battute e scene dal vasto repertorio pirandelliano allo scopo di comporre un’altra, nuova, originale, commedia adoperando sempre le parole di Pirandello. Ma quale commedia? Finito di leggere, mi venne in mente che quella era la commedia sulla famiglia borghese che Pirandello avrebbe forse voluto scrivere ma non aveva osato. Il puzzle non è un gioco d’azzardo. Questo particolare puzzle invece lo è. Io mi sono limitato solo a mettere qualche tassello al posto giusto. E questo va detto come riconoscimento al grande impegno profuso dalle quattro autrici-attrici”.