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La violenza sulle donne urla giustizia giusta

La violenza sulle donne abita in casa. La misoginia abita nelle famiglie.

Ha spesso il volto di un marito, di un compagno o di un padre. Terribile ma vero.

Chi riconosce questa piaga ha il dovere di intervenire e tendere la mano a chi si sente sola ed ha paura. Non occorre aspettare di essere chiamati a dare una mano ma bisogna avere occhi, orecchie e anima per riconoscere “il male” ed intervenire. Donne abusate, sempre più oggetto di violenze fisiche e psichiche. Donne vessate, mortificate, impaurite. Donne frustrate e demotivate, con talenti non riconosciuti.

Servono leggi più efficaci, serve una giustizia più giusta e veloce e serve un nuovo processo culturale. Donne e uomini, madri e padri che insieme, con il loro l’esempio educhino i figli alla parità di genere e al rispetto delle donne.

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha “bocciato” nuovamente l’Italia, responsabile di ostacolare l’accesso alla giustizia alle donne vittime di violenza.

Il nostro Paese resterà sotto vigilanza rafforzata per dimostrare di non essere inadempiente alla Convenzione di Istanbul e dovrà fornire, entro il 31 marzo del 2021, “informazioni sulle misure adottate o previste per garantire un’adeguata ed efficace valutazione e gestione del rischio”. In particolare, viene richiesto dal Comitato dei Ministri un sistema completo di raccolta dati su ordini di protezione, numero delle denunce ricevute, tempi medi di risposta delle autorità e misure di protezione attuate.

Il Comitato, pur avendo espresso apprezzamento per l’introduzione della legge 69/2019 (cd. Codice rosso) che rafforza il quadro giuridico globale, ha, dunque, valutato negativamente i dati allarmanti e le risposte della giustizia rispetto alle denunce. Inoltre, l’Italia dovrà impegnarsi di più anche sul fronte della prevenzione per supportare i Centri antiviolenza assicurando adeguate risorse.

Il 45,3% delle vittime ha paura per la propria incolumità e il 72,8% non denuncia il reato subito. Nel 93,4% dei casi la violenza si consuma tra le mura domestiche. Nel 64,1% si riportano anche casi di violenza assistita da minori, un male invisibile, con effetti a breve e a lungo termine.

In quest’anno 2020 il valore delle donne nel lavoro si è affermato come sempre in Italia e nel mondo: al femminile i Premi Nobel per la chimica, la Fisica e la Letteratura e la prima donna Rettore all’Università La Sapienza di Roma dopo 700 anni!

Le donne fanno la differenza. Il pensiero femminile, il lavoro e la visione delle donne ci aiutano a costruire un mondo più giusto. Occorre ascoltarle!

Non basta riconoscere loro posizioni nelle istituzioni rappresentative se poi il loro pensiero non ha peso e non viene accolto. Ai tavoli istituzionali la voce femminile c’è spesso per “fare colore” ma “non incide”.

Nel giorno che celebra la lotta alla violenza sulle donne custodiamo l’energia che è dentro di noi, la forza della passione, dell’accoglienza, dell’amore e della cura. Custodiamo il rispetto soprattutto verso noi stesse.

Facciamo rete e tendiamo la mano a chi ha paura. Usciamo allo scoperto. Allarghiamo idealmente le braccia e accogliamo la vita con coraggio e poi voliamo.