Lab Girl, quando amore e lavoro spostano montagne

Mettere in piedi un laboratorio non è affatto semplice: bisogna trovare i fondi, gestirlo e mantenerlo. Hope Jahren, studiosa delle piante e docente di geobiologia all’Università delle Hawaii, questo lo sa molto bene perché lo ha vissuto in prima persona. E lo racconta nel suo libro Lab Girl, in vendita nelle librerie per Codice Edizioni. Viscerale, intimo, gloriosamente candido e talvolta estremamente divertente, le descrizioni di Jahren, del suo lavoro, la sua intensa relazione con le piante, i semi e il suolo che studia e le sue intuizioni sulla natura animano ogni pagina di questo libro elettrizzante. In Lab Girl, vediamo di nuovo il complicato potere del mondo naturale e il potere che può venire dall’affrontare con coraggio e convinzione la sfida di scoprire chi sei. L’odissea vissuta dalla protagonista per l’apertura e la gestione del suo laboratorio è una storia che accomuna tantissimi scienziati in ogni angolo del mondo. Quando lavoro e amore si uniscono si possono spostare montagne. E’ questo il messaggio che emerge con forza.

 

Lab Girl ripercorre l’avventura umana e professionale di una scienziata di origini scandinave, cresciuta fin da piccola nel laboratorio di chimica del padre, un uomo che ha amato il proprio luogo di lavoro esattamente come la figlia ama il suo ora, e che per 42 anni ha tenuto corsi introduttivi di fisica e scienze della Terra in una tranquilla università locale nel cuore rurale degli Stati Uniti.

L’altra importante figura nel plasmare la vita di Jahren è stata quella della madre, laureata in letteratura inglese, che le ha trasmesso il piacere della lettura e del giardinaggio, ovvero l’ha introdotta al mondo che oggi è la sua vita.

Hope Jahren è uno scienziato pluripremiato che ha perseguito la ricerca indipendente in paleobiologia dal 1996, quando ha completato il suo dottorato di ricerca presso l’Università della California Berkeley e ha iniziato a insegnare e fare ricerche prima al Georgia Institute of Technology e poi alla Johns Hopkins University. Attualmente è titolare della cattedra J. Tuzo Wilson presso l’Università di Oslo, in Norvegia(hopejahrensurecanwrite.com e jahrenlab.com. Ha vinto tre premi Fulbright ed è una delle quattro scienziate, e l’unica donna, ad aver ricevuto entrambe le medaglie Young Investigator assegnate nell’ambito delle Scienze della Terra. È stata professore di ruolo presso l’Università delle Hawaii a Honolulu dal 2008 al 2016, dove ha costruito i Laboratori di Geobiologia Isotope, con il supporto della National Science Foundation, del Dipartimento di Energia e del National Institutes of Health.

Il desiderio di aprire un laboratorio è passato per sfide rischiose: trovare il denaro nel contesto competitivo dei finanziamenti alla ricerca; l’essere donna in una comunità, come quella scientifica, per la stragrande maggioranza composta da uomini. Jahren ha avuto tenacia ed ha vinto.

Come ama ricordare, solo il cinque per cento dei semi che cade a terra riuscirà poi a crescere, e di questi ultimi, solo il cinque per cento arriverà al primo anno di vita.

Ecco perché i semi sanno aspettare, racconta l’autrice: la selezione a cui sono sottoposti è durissima. Nella maggior parte dei casi, un seme aspetta almeno un anno prima di cominciare a crescere; in alcuni casi, per esempio l’albero di ciliegio, si può arrivare addirittura a cent’anni. La pazienza quindi è uno degli atteggiamenti cruciali della vita, come suggerisce anche l’odissea di Jahren. Perché ogni albero rigoglioso è stato un tempo.