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Mamme e papà nella chat di classe Un nuovo “caso sociale”

“Oggi è il compleanno di Cristian. Auguri!”,” Auguri al piccolo Cristian! “, “Buon compleanno piccolo!”, “Auguri a Cristian alla mamma e al papà”…Per almeno 27 volte arriveranno gli auguri al bimbo della classe che festeggia il compleanno.

E accade lo stesso qualunque sia la richiesta o l’informazione che arriva nella chat dei genitori.

“Le maestre chiedono se aderite alla gita scolastica!”: “Mio figlio ci sarà”, “Anche la mia”, .”Noi non ci saremo”, “ Noi siamo stufi delle gite di classe, sono una perdita di tempo” …E si va avanti così.

Insomma ogni piccolo episodio diventa un caso. In chat questioni nate dal nulla possono trasformarsi in problemi enormi. Le chat sono una cassa di risonanza micidiale e pericolosa: in tanti scrivono con leggerezza, senza riflettere sulle conseguenze.

Il rischio è che quando ti accorgi di avere 200 messaggi non letti  è probabile che ti perdi anche quelli più importanti.

Ma la cosa più interessante è che si trasforma spesso in un luogo che crea ansie da prestazione, in cui molti trasferiscono le proprie tensioni o ideologie. In cui si arriva qualche volta agli insulti o alla rissa. E in cui c’è sempre la mamma o il papà perfetto o che vogliono apparire tali.

Allora: servono o meno le chat dei genitori di classe? Dipende dall’uso che se ne fa,  dalle regole che si utilizzano. Forse ci vorrebbe un decalogo. Vogliamo proporre un disegno di legge che riservi l’uso di WhatsApp ad adulti sani di mente?

Per me le chat di classe sono utili: sapere in tempo reale alcune informazioni è davvero importante.

Ma probabilmente per alcune informazioni sarebbe più utile la mail. Le chat sono degli spazi per scambiarsi notizie, non bisogna trasformarli in tribunali virtuali.

 

La mia piena solidarietà va alle rappresentanti di classe: delle vere eroine.

Si devono interfacciare con le maestre, con le dirigenti scolastiche, con gli umori e i caratteri dei genitori. Devono organizzare le collette per il fondo cassa e quasi devono rincorrere o “pregare” alcuni genitori di farsi pagare!

In chat arriva il messaggio: ultima chiamata per quelli che non hanno ancora versato il contributo. Domani sarà l’ultimo giorno per raccogliere le quote! E allora ecco che iniziano le fughe dalla chat.

Per alcuni la chat nuoce alla salute, è insostenibile o un male sociale. Quando ti appare il messaggio: Tizio ha abbandonato il gruppo. Capisci che Tizio ha preso le distanze o si è sentito offeso/a.

La verità è che i nostri spazi per prenderci un caffè insieme agli altri genitori si restringono sempre di più. E la tecnologia dovrebbe venirci in soccorso. Dovrebbe aiutarci a gestire la preziosissima variabile tempo. La più preziosa secondo me.

Accompagniamo i bimbi a scuola e poi saliamo in sella allo scooter per evitare il traffico ed arrivare puntuali al primo appuntamento delle 9,00. Nella corsa quotidiana corriamo sempre il rischio di perderci qualcosa o di non soffermarci su ciò che meriterebbe più attenzione.

Abbiamo bisogno di una nuova educazione digitale 4.0! To be continued…