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Il marketing della “statua misteriosa” e le polemiche a Napoli

Mistero e sorpresa. Sono gli ingredienti che hanno caratterizzato la nuova campagna di marketing «I am what I do» per l’arrivo in Italia del suo ultimo device Huawei Mate 10 Pro, il primo smartphone con intelligenza artificiale integrata.

A Napoli invece, oltre alla sorpresa, tra gli effetti della campagna ci sono state anche le polemiche da parte di “non sapeva” dell’installazione…

Due statue alte ben 12 metri sono state posizionate a Napoli e a Bari il 9 novembre, la terza statua, a Milano il 10 novembre e raffigurano i volti di quelli che Huawei definisce eroi di domani: Monica Calicchio, Diva Tommei e Massimo Ciociola.

Vista con gli occhi di un comunicatore l’operazione ha centrato l’obiettivo: ottenere attenzione su un nuovo prodotto del brand Huawei.

La campagna racconta le storie di chi, grazie all’innovazione tecnologica, ha saputo raggiungere i propri traguardi professionali contribuendo a migliorare concretamente la vita delle persone.

Immaginate per un attimo di dover comunicare il nuovo prodotto tecnologico con un comunicato che recita più o meno così: è nato un nuovo telefonino in casa Huawei , si chiama Mate 10 Pro, è il primo smartphone con intelligenza artificiale integrata…

Quanta attenzione avreste dedicato ad un nuovo prodotto commerciale?

E i giornali ne avrebbero scritto?

I giornalisti ci avrebbero pensato su un bel po’ prima di dare spazio ad un marchio di un’azienda privata.

Ed invece metti tre statue misteriose in viaggio su camion nel centro delle metropoli, sotto gli occhi curiosi dei passanti, e posizionale una a Bari, una a Napoli e un a Milano e la narrazione può avere inizio: siamo dentro una storia misteriosa che svela segreti e personaggi, e che lega storie di successo ad eroi del futuro. 

Bella idea!

A Napoli la storia si infittisce con le polemiche, le solite polemiche ogni qual volta ci sia un evento che può essere di promozione anche per la città.

E’ successo con l’evento e lo spot di Dolce e Gabbana, è successo con le regate veliche e succederà ancora. Perché a Napoli ci si scandalizza delle cose straordinarie mentre l’ordinaria e fallimentare quotidianità di una città che fa acqua da tutte le parti, dalle strade ai trasporti, all’incuria della Villa Comunale non scandalizza più.

I comunicatori che hanno curato la campagna «I am what I do» si sono preoccupati di costruire un evento che potesse avere appeal per il grande pubblico e per i media.

Quando ho ricevuto il comunicato stampa ho pensato ad una campagna di comunicazione originale e la seconda reazione è stata ricercare la piattaforma Tailoritaly, la prima online per personalizzare e acquistare capi di abbigliamento Made in Italy, ideata da Monica Calicchio, protagonista della statua napoletana, per personalizzare il mio nuovo cappotto o la mia nuova camicia.

Si fa presto a dire per un’azienda voglio fare comunicazione. E sono molte a credere che sia sufficiente un buon ufficio stampa per fare comunicazione. Non basta! Serve un progetto più ampio che sappia costruire storie emozionanti e che un buon ufficio stampa saprà sicuramente veicolare e valorizzare.