Nel 2037 6,5 miliardi di persone vivranno in città

Il Pianeta tra 20 anni, la popolazione del pianeta sarà in un futuro non lontano sempre più concentrata nelle grandi città.

Tra venti anni, infatti, nei grandi centri urbani vivranno ben 6,5 miliardi di persone. Questi cambiamenti ”impongono di ripensare il modello di realizzazione delle aree urbane, tenendo conto di diversi fattori: cambiamenti climatici, ma anche le sfide legate alla sovranità, alla giustizia e alla democrazia”.

Lo ha detto Tarik Oulalaou, architetto romano e docente al Mit (Massachussets institute of technology) nel corso di Tedx Roma2017, che si è svolto all’Auditorium della capitale.

Secondo Tarik Oulalaou, che ha parlato anche del nuovo modo di creare le città, della necessità di ‘cancellare’ degli antichi insediamenti per crearne nuovi in nome dell’efficienza energetica, gli agglomerati urbani ci aiutano a risparmiare energia.

Diciotto speaker esperti di tecnologia, entertainment e design (da qui l’acronimo Ted) hanno raccontato alla platea le proprie idee e intuizioni sul futuro del pianeta nel 2017. Questo evento è la versione italiana di un format che ha le sue origini nel TED californiano, fondato nel 1984 nella Silicon Valley come conferenza prettamente scientifica. L’appuntamento è divenuto ormai un luogo di ritrovo per intellettuali da tutto il mondo. Tra i relatori che hanno partecipato alle edizioni passate del Ted statunitense ci sono: Bill Gates, Bono degli U2, l’art director Steven Steigmeister, David Cameron, Bill Clinton, i fondatori di Google Larry Page e Sergei Brian. Nel 2012 i video del TED hanno superato un miliardo di visualizzazioni online.

“La crescita della popolazione mondiale nel 2050 sarà di 10 miliardi”, ha detto Carlo Alberto Pratesi, docente di marketing all’Università Roma 3, “ed impone di pensare alla disponibilità di cibo intervenendo sul giusto prezzo, le tecnologie e l’innovazione nei campi, e favorendo la collaborazione tra piccole e grandi imprese”. Commentando i dati del World Water Council che parlano di quasi un miliardo di persone senza accesso ad acqua sicura e di un costo totale legato all’insicurezza delle risorse idriche per l’economia globale, stimato in 500 miliardi di dollari l’anno, il professor Pratesi ha affermato “noi del nord del mondo ancora non lo vediamo e ci sentiamo meno colpiti da questa siccità che invece colpirà a breve tutti gli abitanti del pianeta. Tra 30/40 anni i nostri nipoti ci chiederanno increduli se veramente noi lavavamo auto e pavimenti con l’acqua potabile”.