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Nel nome di Antea, il film per le scuole che racconta gli eroi

La storia è piena di ‘eroi’ rimasti nell’ombra, di donne e uomini che nell’Italia sotto le bombe della guerra mondiale, nonostante la fame, la mancanza di mezzi e il coprifuoco, operarono con grandissima professionalità e con grande coraggio per salvaguardare il patrimonio artistico e culturale di un Paese quando ovunque imperversa la devastazione. Eroi che hanno impedito che la violenza distruggesse opere di inestimabile valore privando le future generazioni di una parte fondamentale della tradizione e dell’identità del proprio Paese.

 

Se oggi possiamo godere dei capolavori di Caravaggio, di Piero della Francesca, di Raffaello è grazie all’impegno caparbio di donne e uomini che durante la Seconda Guerra Mondiale lavoravano all’interno del Ministero dell’Istruzione, allora denominato Ministero dell’Educazione Nazionale, una struttura che assommava in sé le competenze, poi acquisite dall’attuale Ministero dei Beni Culturali, relative alle valorizzazione e alla protezione delle opere d’arte, del patrimonio archivistico e bibliotecario italiano. Di queste professioniste e di questi professionisti tratta “Nel nome di Antea. L’arte italiana al tempo della guerra”, film presentato in anteprima nazionale al Miur Il film parla di ‘eroi’ rimasti nell’ombra e che operarono con grande coraggio: Pasquale Rotondi, che portò in due rifugi nelle Marche migliaia di opere d’arte; Emilio Lavagnino, Giulio Carlo Argan, Marino Lazzari, funzionari ministeriali che trasferirono una parte del nostro patrimonio artistico all’interno del Vaticano; Palma Bucarelli e Fernanda Wittgens, due giovani studiose che salvarono i capolavori loro affidati. Grazie al loro amore per l’arte, per la cultura e per il loro lavoro, l’Italia è ancora oggi ‘un maledetto museo’ all’aria aperta, così come la definiva il generale Clark. Il film sarà portato in tutte le scuole italiane per potenziare e consolidare le conoscenze degli studenti sulla storia e la tradizione culturale italiana, per far conoscere ai giovani una pagina meno nota della storia del Ministero e, più in generale, del Paese e per divulgare il valore di un patrimonio artistico e culturale affinché non appaia mai scontato. Il film prende spunto dalle vicende di due famosi ritratti : il “Ritratto di giovane donna” (Antea) del Parmigianino e il “Ritratto di Alessandro Manzoni” di Francesco Hayez.