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#notsurprised #nonsiamosorprese L’abuso è fin troppo diffuso

Emma Astner è la co-fondatrice della galleria Koppe Astner di Glasgow, al Guardian ha spiegato che spera che le persone inizino a parlare degli abusi:

Questo problema è incredibilmente complesso, l’unico modo per portarlo all’attenzione pubblica è iniziarne a parlare, aprire un dibattito, una riflessione collettiva“.

Emma è tra le firmatarie della lettera dal titolo “Non staremo più zitte sulle molestie sessuali in campo artistico”, che arriva dopo la causa intentata da alcune donne contro Knight Landesman, co-editore della rivista Artforum, accusato di violenza sessuale. L’uomo si è poi dimesso dal suo ruolo nel giornale.

Galleriste, artiste, scrittrici, editrici, curatrici, direttrici, amministratrici di beni artistici, assistenti, stagiste, lavoratrici nel campo dell’arte, e tante altre donne molestate, disprezzate, minacciate e intimidite da coloro che si trovano in una posizione di potere hanno firmato la lettera pubblicata sul Gardian nella quale si denunciano non soltanto le molestie sessuali, ma anche le discriminazioni in ambito lavorativo.

Più di 150 artiste, curatrici e direttrici di musei hanno firmato la missiva per denunciare le molestie sessuali nel mondo dell’arte.

Il documento è stato siglato da più di 2000 persone ed è stato condiviso sui social network con l’hashtag #notsurprised, perché afferma che l’abuso di potere nel mondo dell’arte non è affatto una sorpresa e spesso un passo avanti nella carriera si ottiene soltanto concedendo un favore di natura sessuale:

“Non siamo sorprese quando un curatore supporta una mostra solo in cambio di un favore sessuale – si legge nella lettera -. Non siamo sorprese quando l’incontro con un collezionista o un potenziale sponsor si trasforma in una proposta sessuale”. Insomma, si tratta di pratiche fin troppo diffuse.

“Simili abusi accadono frequentemente, a livello internazionale e su larga scala in questa industria – recita ancora la missiva – Siamo state in silenzio, ostracizzate, liquidate come troppo aggressive, minacciate quando abbiamo provato a denunciare questi tipi di comportamenti sessualmente e psicologicamente abusivi. Non staremo più zitte”.

La lettera ha l’obiettivo di avviare un dibattito e di far emergere storie e testimonianze per troppo tempo rimaste nascoste.

Credo che veramente qualcosa stia cambiando. Dal caso Weinstein in poi la coscienza individuale e collettiva sta subendo un cambiamento per il quale non è più disposta a tacere e dice BASTA. Non trovo “piani strategici”, come ha scritto qualcuno, dietro il clamore degli scandali. Niente affatto. Trovo una casualità che ha scatenato la forza di reagire.

E l’onda è cresciuta via via che altre voci hanno avuto il coraggio di parlare. Cosa abbia portato improvvisamente una delle tante donne abusate a parlare può essere un attimo, quell’attimo in cui hai deciso di cambiare la tua vita.

In fondo tra il prima e il dopo c’è sempre un attimo che segna il confine. E ribadisco, sempre meglio denunciare, anche se in ritardo, anche se prima hai taciuto. Il fatto che la denuncia avvenga “ in ritardo” non può assolutamente essere un modo per inveire contro colei che denuncia ed attenuare il reato di abuso. Ma si ha idea delle tante paure che affliggono una donna vittima di abuso? Si riesce ad immaginare lontanamente perché debba essere così complicato parlarne? O prima accettare , fingere e poi magari odiarsi, perdonarsi e parlarne?

La superficialità con la quale l’ottantenne Sandra Milo ha giudicato Asia Argento mi ha colpita. “Ma di che stiamo parlando? Migliaia di uomini hanno toccato il mio culo! Certo che mi ha dato fastidio, ma mi sono difesa: gli dai un morso al naso e finisce lì “, ha dichiarato la Milo in conferenza stampa ieri.

Senza far nomi, ha detto Sandra Milo alla Festa di Roma, dove hanno presentato un documentario a lei dedicato, ‘Salvatrice. Sandra Milo si racconta’ di Giorgia Wurth’: “C’è chi dice che è stata violentata da un produttore. Se lo ha fatto non dovevi guardarlo più in faccia a quest’uomo. Me se poi ci fai tre film e dici che è perché dovevi lavorare, allora stai zitta”.

Così l’attrice ha liquidato l’attualissima questione delle molestie sessuali e soprattutto difende gli uomini: “ sono addolorata da questa campagna contro gli uomini”.

Lei è addolorata io invece sono scandalizzata dalle sue parole. Le donne che non amano le donne sono pericolose quanto i carnefici. Non credo che poi renda agli uomini un gran favore se poi sottolinea che nelle donne cercano la madre e comunque questa propensione non potrebbe mai essere un modo per giustificare o sminuire il gesto di una mano che ti tocca senza che tu lo voglia o di un corpo che ti stringe senza che tu lo desideri.