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Pari opportunità: esce “l’talia delle donne”, 70 anni di lotte e conquiste

Donne e democrazia un legame complesso. Lo dimostra il saggio in uscita per Donzelli editore, “L’Italia delle donna”, della Fondazione Nilde Iotti, la battaglia per i loro diritti, fin dagli inizi del Novecento, ha avuto un carattere transnazionale, ma è stata più faticosa nel nostro Paese. Tra le autrici dei saggi, curati da Rachele Acquaviva Filippetto, ci sono Piera Amendola, Carole Beebe Tarantelli, Benedetta Ferri Rinaldi, Mariapia Garavaglia, Donata Gottardi, Pia Locatelli, Susanna Mancini, Laura Orlandini, Rita Palanza, Elena Riva, Francesca Rosa, Francesca Russo, Rosa Russo Jervolino, Fiorenza Taricone, Livia Turco.

Il successo della partecipazione delle donne al voto per le prime elezioni dell’Italia repubblicana non sarebbe stato possibile senza quel risveglio femminile determinato dalla lotta di Liberazione, dall’organizzazione in partiti politici e dall’associazionismo. Un gruppetto sparuto, quello delle ventuno costituenti, che, pur appartenendo a schieramenti politici diversi, seppe applicare un gioco di squadra su temi come l’uguaglianza, la famiglia, il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio, la parità salariale, l’accesso delle donne alle professioni. Erano 21 le ‘madri costituenti’, un gruppetto sparuto ma agguerrito. Furono le nostre madri costituenti a costituzionalizzare i diritti, a porre la prima pietra di leggi fondamentali per la vita quotidiana della nazione e per la sua modernità. Esse furono nutrici della pace e del sogno, ancora da realizzare, di un’Europa di popoli e di istituzioni garanti dei diritti delle donne. I saggi raccolti in questo volume, edito da Donzelli, che vedono il contributo di studiose e protagoniste della politica italiana, ripercorrono le tappe principali del difficile cammino delle donne verso la partecipazione politica e l’acquisizione di una piena cittadinanza, mettendo in risalto il valore delle protagoniste di quelle battaglie civili e stimolando una riflessione sui compiti lasciati in eredità alla ‘buona politica’.