Patrimonio culturale e Clamoroso disinteresse

Vi è un generale disinteresse per la valutazione economica del patrimonio culturale. Lo sostiene Antonio Tarasco, professore associato di Diritto amministrativo e dirigente della Direzione Musei del Mibact, nel libro Il patrimonio culturale. Modelli di gestione e finanza pubblica, edito nel 2017 dall’Editoriale Scientifica. Il valore del patrimonio artistico italiano secondo l’ultima valutazione della Ragioneria Generale dello Stato (2016) è stimato in 174,8 miliardi di euro. Se si aggiungono gli immobili di valore artistico, i siti archeologici ecc. si ottengono 219,3 miliardi. Confrontando col il 2012 si registra un incremento di valore dell’8,9%. La stranezza è che il valore più consistente, secondo la Ragioneria, è quello dei beni archivistici: 149,5 miliardi (+12,56%). Infatti l’Archivio di Stato di Firenze è valutato 20 miliardi, le Gallerie degli Uffizi col corridoio vasariano appena 1,9 miliardi.

Insomma il vero patrimonio culturale italiano sarebbe di carta.

Il professore Antonio Tarasco spiega: “I valori dei documenti archivistici, così come dei beni librari, costituiscono un dato oggettivo, non frutto di opinabili valutazioni come, invece, nel caso dei beni archeologici, storico-artistici e architettonici. L’applicazione dei valori in alcuni casi, per libri e archivi, costituisce un mero calcolo aritmetico, in altri no. Ma alla base di tutto vi è un generale disinteresse per la valutazione economica del patrimonio culturale». Sempre la Ragioneria generale dello Stato (anno 2016) stima il valore del Colosseo. Il dato è clamoroso. Il valore del Colosseo è di 151,5 milioni di euro. Nel 2016 lo hanno visitato 6,7 milioni di turisti per un incasso netto, da biglietteria, di 39 milioni.