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Pi Greco Punto Zero Le riflessioni di un matematico con passione per la scrittura

prefazione al libro: “Pi  greco punto zero” di Guido Trombetti

La matematica nascosta in alcuni quiz televisivi, l’importanza della divulgazione scientifica, la breve storia dei ‘numeri’, considerazioni su università e ricerca: queste e altre riflessioni di un matematico con la grande passione per la scrittura, Guido Trombetti, sono contenute nel libro Pi Greco Punto Zero (Edizioni L’Ancora del Mediterraneo, 235 pagine).

Il libro è una raccolta di articoli scritti tra il 2003 e il 2013 e pubblicati da quattro quotidiani: Il Sole 24 ore, Il Mattino, La Repubblica di Napoli e il Corriere del Mezzogiorno.

I testi sono stati selezionati dalla giornalista Maria Cava, che ha usato come ‘griglia’ per suddividerli i titoli delle sei proposte per il prossimo millennio di Italo Calvino in Lezioni americane: Leggerezza, Rapidità Esattezza, Visibilità, Molteplicità, e Consistenza, il titolo dell’ultimo capitolo di cui Calvino lasciò solo appunti perché morì nel 1985 durante la stesura.

Gli argomenti trattati non sono solo scientifici e comprendono: sport, università (un modo che l’autore conosce bene in quanto ha insegnato matematica all’università Federico II di Napoli prima di diventare Rettore e presidente della Conferenza dei Rettori, ora è assessore all’università e ricerca della Regione Campania), ricerca, scienza, giovani, società, tecnologie, internet. Molto spazio è dedicato alla matematica e all’importanza della divulgazione scientifica.

Appassionato di divulgazione, convinto che anche le nozioni più complesse possono essere spiegate con parole semplici, Trombetti sottolinea che quando ciò non succede è perché chi sta comunicando non ha capito l’argomento. Nel trattare concetti complessi Trombetti fa largo uso di esempi e metafore, come quella della ‘macchinetta’, utilizzata per spiegare cosa è un modello scientifico. ”I modelli – scrive – sono come delle macchinette: ci metti dentro un fenomeno, giri una manovella e ti danno una spiegazione o una previsione. Ma la scienza non è fede, non cerca e trova verità assolute, ma verità provvisorie. La macchinetta quindi funziona fino a quando non appare un fenomeno che non riesce a spiegare. A quel punto il ricercatore costruisce un nuovo modello”.

In più di un articolo Trombetti ricorda Ettore Majorana, il cui giallo della scomparsa prese corpo a Napoli, città da cui il 25 marzo del 1938 si imbarcò per Palermo e da qui ripartì per Napoli la sera del 26. Il fisico scomparve la notte tra il 26 e il 27 marzo. Trombetti racconta l’atmosfera del mondo culturale napoletano di quegli anni dominato dalla leggendaria personalità del matematico Renato Caccioppoli che morì suicida nel 1959. Due personalità diversissime, quella di Caccioppoli e Majorana, che si incrociarono per pochi mesi all’università, ”ma le loro vicende – rileva Trombetti – sono collegate dal filo impalpabile che lega l’esistenza drammatica di tante grandi menti”.