Quella “pazza” settimana che precede il Natale

Inizia una delle settimane più “pazze” dell’anno. La festa della Natività porta un carico di doni da acquistare, consegnare o ricevere complesso da gestire.

Ma non solo. Il Natale è tempo di bilanci: affettivi ed economici. E se soprattutto i primi sono in negativo la festività si trasforma in un momento difficile. Più facile recuperare un fatturato che non ha centrato ancora l’obiettivo che ricostruire una “famiglia che non c’è” oppure che è assente.

Il Natale, la festa cristiana che celebra la nascita di Gesù (Natività), è quella più sentita popolarmente e che ha assunto via via anche un significato laico. Nel corso dell’ultimo secolo infatti, con la progressiva secolarizzazione il Natale ha continuato a rappresentare un giorno di festa anche per i non cristiani, assumendo significati diversi da quello religioso. In questo ambito, il Natale è generalmente vissuto come festa legata alla famiglia, alla solidarietà, allo scambio di regali e alla figura di Babbo Natale.

Al di fuori del suo significato religioso, riveste indubbiamente peso in termini commerciali ed economici. Per esempio negli Stati Uniti è stato stimato che circa un quarto di tutta la spesa personale venga effettuata nel periodo natalizio.

Che sia vissuto cristianamente oppure no, il Natale è un momento che richiede molta energia.

Soprattutto relazionale.

La settimana prima di Natale e la settimana dopo Natale sono quasi come il bianco ed il nero. Nella prima si corre, si saltano i pasti, si viaggia velocemente da un appuntamento ad un altro e la successiva ci si arena; se non su una spiaggia tropicale, come mi piacerebbe fare da sempre, quanto meno davanti ad un camino o per ore intorno ad un tavolo.

Le giornate natalizie si contraddistinguono per il recupero della lentezza, uno dei valori delle lezioni americane di Italo Calvino; per il recupero del sonno e per il “recupero” dei chili di troppo.

Nella giornate prenatalizie invece è un fiorire di iniziative dovunque e tutte bellissime. A Napoli poi è davvero imbarazzante la scelta. Pur di vivere tutti gli eventi preferiresti clonarti. Ho contato che solo questa settimana ho quattro pranzi di auguri ed altrettanti eventi serali. In ogni ufficio con il quale mi relaziono c’è un brindisi o uno scambio di doni. Ci sono poi le recite scolastiche ed extra scolastiche dei bambini, le feste natalizie dei pargoletti, i saluti alle maestre e a bidelli con relativa consegna dei doni.

E’ evidente che non riuscirò a “fare tombola”. E mi dispiace davvero. Ma se si pensa che la città di Napoli si paralizza e che per spostarti di pochi chilometri il tempo di percorrenza decuplica si comprende perché non sia possibile fare tutto e dover rinunciare.

Ecco inizia una delle settimane più pazze dell’anno. Il travaglio prima della “nascita” o della “rinascita”. Ciascuno di noi ne attribuirà un significato. Ed anche io mi aspetto un dono speciale.