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Sudcorea, prigione per donna che fotografa di nascosto modello nudo

Se spii una persona puoi rischiare grosso in Corea. Anche il carcere. Ma solo se sei donna. Gli uomini spioni sembra invece che possano avere più libertà di “deviare”. Un tribunale sudcoreano ha infatti emesso una condanna che appare imparziale e criticabile nei confronti di una donna accusata di aver segretamente fotografato un modello nudo.  Il caso ha suscitato polemiche per la “diversità di trattamento” utilizzata rispetto ad analoghe situazioni che vedono però come colpevoli gli uomini.

La Corea del Sud si trova ad affrontare un moltiplicarsi di casi di “molka”, una pratica per la quale solitamente uomini nascondono telecamere spia in uffici, treni, bagni, scuole, camerini dei negozi, per riprendere di nascosto le donne in situazioni intime. I casi sono passati da circa 1.100 nel 2010 a oltre 6.500 lo scorso anno. Molti spioni utilizzano il web per vendere online foto e video. Secondo le statistiche ufficiali il 98 per cento dei responsabili di questi atti sono uomini e vanno da insegnanti di scuola a professori universitari, da pastori della chiesa a poliziotti. L’80 per cento delle vittime sono donne. Nel caso di questa donna 20enne (anche lei una modella di nudo per pittori), è arrivata una condanna a 10 mesi di carcere per aver preso una foto della sua controparte maschile alla Scuola d’arte di Seoul e averla condivisa su internet. E’ stata arrestata giorni fa, ha subito l’umiliazione di passare davanti alle telecamere della Tv mentre la polizia perquisiva la casa in cerca di prove. Una risposta – secondo i critici – eccessiva rispetto a un eventuale reato che quasi sempre passa abbastanza inosservato quando si tratta di responsabili maschi: solo l’8,7 per cento viene arrestato.