Viola Davis oltre ogni regola

Viola Davis, attrice, premio Oscar 2017 per Barriere, è una delle donne più carismatiche di Hollywood. Madre di Genesis, 6 anni, la bambina adottata alla nascita insieme al marito Julius Tennon. Forte e vulnerabile al tempo stesso, Davis torna a vestire i panni della spietata Annalise Keating in How To Get Away With Murder,( Le regole del delitto perfetto) serie targata ABC Studios, che giunge ora alla quarta stagione (in Italia su Fox).

La sua Annalise in questa stagione, oltre ai delitti e agli intrighi, dovrà affrontare una sfida ancora più grande: l’alcolismo, l’autodistruzione. Quel suo essere tossica per le persone che ha intorno, distruggendo tutto ciò che ama. Davis è una convinta attivista, da tempo è scesa in campo per i diritti delle donne. Viola Davis è una delle attrici più venerate di Hollywood, ma la star del palcoscenico e dello schermo dice che i suoi stipendi e le opportunità non riflettono necessariamente la sua posizione denunciando disparità di trattamento per il colore della sua pelle.

Invitata nel salotto di ‘Women in the world’, l’attrice ha parlato del movimento MeToo, dando il suo pieno sostegno alla campagna contro le molestie sessuali, e poi ha affrontato il delicato tema delle disuguaglianze che esistono nel mondo del cinema fra le attrici bianche e quelle di colore.

«Noi attrici di colore guadagniamo dieci volte di meno di una donna caucasica. La gente dice: ‘Sei una Meryl Streep nera. Sei e ti amiamo.’ … ‘Bene, allora se non c’è nessuno come me, mi paghi quello che valgo’ “, ha detto.

La disparità retributiva vissuta da donne e persone di colore nell’industria dell’intrattenimento è un argomento che viene messo in evidenza dal momento che la conversazione sul patrimonio netto di genere ha ricevuto una rinnovata attenzione a Hollywood, grazie in parte agli sforzi del movimento Time’s Up. Time’s Up è una coalizione di donne del mondo dello spettacolo che, sulla scia del movimento #MeToo, mira a ridurre le molestie sessuali e a lottare per un trattamento migliore e per pagare le donne in tutti i settori.

«In passato siamo sempre state definite dagli uomini. Oggi il nostro compito è rompere quegli schemi che, per anni, ci hanno limitate».

Anche per questo la Davis ha aperto una casa di produzione, laJuVee, con cui porterà al cinema Girl Like Us, il romanzo autobiografico con cui Rachel Llvod ha raccontato l’Odissea vissuta da tutte quelle giovani, di ogni etnia o estrazione sociale, coinvolte nel mercato dello sfruttamento sessuale. Di recente. Viola Davis ha ribadito il sostegno alla campagna MeToo. Nata nella Carolina del Sud nel 1965, da madre operaia, non ha mai nascosto le condizioni di povertà in cui venne cresciuta (erano sei fratelli, alcuni affidati ai parenti, perché i genitori non potevano mantenerli), ne – soprattutto – di essere stata vittima di violenza sessuale.

«Mi presentano sempre come un’attrice pluripremiata, ma mi considero testimonial di tutt’altro tipo, di un’altra storia: da ragazzina sono stata aggredita sessualmente, e quel trauma vive con me ogni giorno. E così oggi cerco di impegnarmi in nome di tutte le MeeToo… Perché io stessa sono una di loro».

Il personaggio di Annalise Keating, anche se nella fiction è portato agli estremi, rispecchia i valori post-femministi. Le donne possono essere incasinate, tragiche, sensuali, vendicative. Possono essere qualsiasi cosa scelgano di essere, senza però dovere chiedere scusa. Annalise non cerca giustificazioni. E neppure un uomo che, stando al suo fianco, la identifichi.

Anche se la vita di Annalise è incasinata, ogni cosa resta fuori. “Ognuna di noi dovrebbe trovare un luogo in cui sentirsi cosi”

Per la Davis le donne si scusano sempre troppo di tutto. Colpa di una società che ci ha inculcato questa insicurezza, il bisogno di accettazione. Siamo andate in ufficio struccate? Scusateci. Abbiamo messo su qualche chilo in più? Scusateci ancora. Chiediamo scusa troppo spesso e non ci soffermiamo mai su quello che conta veramente: essere grate, orgogliose di quello che abbiamo ottenuto, o che possiamo ottenere. Non lo siamo fino in fondo ed è questo il nostro sbaglio più grande.