di Maria Cava

Turismo spaziale. OrbiTecture è un progetto dedicato alla fase più a lungo termine del turismo spaziale orbitale, prevede lo studio di architetture infrastrutturali spaziali, in termini di fattibilità e progettazione concettuali, con specifico riguardo a laboratori, hangar di integrazione, officine, hotel (strutture gonfiabili, produzione di gravità artificiale per mezzo di sistemi rotanti), con posizionamento in LEO o in un punto lagrangiano, così come stazioni spaziali lunari e/o marziane; ed inoltre le problematiche legate alla costruzione (assemblaggio) e agli scenari operativi.

Da circa due anni il Center for Near Space (CNS) dell’Italian Institute for the Future sta studiando un concept per una futura stazione spaziale fondata su una logica completamente rivoluzionaria rispetto alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che rispetti i principi della sostenibilità e dell’apertura dello Spazio all’esperienza di tutti gli abitanti della Terra.

Azzerare il Gap con gli Usa. “Abbiamo provato a guardare ad un futuro non troppo lontano cercando di traguardare le evoluzioni tecnologiche attese o prevedibili dei prossimi pochi decenni”, spiega Rino Russo, socio fondatore del Center for Near Space dell’IIF e Direttore generale.

«E questo ci ha consentito di capire che è possibile, sin da ora, pensare ai sistemi spaziali di quel futuro prossimo con un approccio diverso, multidisciplinare, multifunzionale e multiculturale. Siamo convinti che solo così facendo potremo alimentare correttamente la rivoluzione che negli Stati Uniti è già partita quasi venti anni fa, e che in Europa stenta ancora a vedere la luce: l’apertura dello Spazio ad attività più sistematiche e quotidiane, ovvero lo sviluppo dell’ Astronautica Civile», prosegue l’ingegnere Russo.

«Il Team OrbiTecture ha sviluppato il progetto di SpaceHub sulla base della nostra visione, secondo cui, tra una trentina d’anni l’Uomo avrà sviluppato nello spazio tra la Terra e la Luna una vera “città cis-lunare”, abitata da una comunità di un migliaio di persone. A questo sarà associato un sistema di trasporto di persone e cargo stimabile in 100.000 passeggeri equivalenti all’anno, ovvero molte partenze dalla Terra ogni giorno con fortissimo abbattimento dei costi di accesso allo spazio.

Negli anni 2060-2070, a circa cento anni dall’inizio dell’Era Spaziale e dal primo passo dell’Uomo sulla Luna, riteniamo che le missioni scientifiche su Marte saranno di routine. Lo sviluppo di questi nuovi insediamenti umani nel Quarto Ambiente richiederà non solo più elevati standard tecnici e funzionali, ma anche una qualità di vita a bordo paragonabile a quella disponibile sulla Terra. Il design dei sistemi spaziali assumerà pertanto un ruolo ben più rilevante di quanto non sia stato fino a oggi, e il Made in Italy potrà trovare nuovi spazi di espressione; in tale direzione potrà svilupparsi da subito una nuova disciplina in cui confluiranno conoscenze e competenze di carattere ingegneristico, architettonico, ergonomico, fisiologico, ambientale».

(Pubblicato su neifatti.it® il 03 luglio 2017)