Il pensiero femminile è scarsamente rappresentato nei giornali, la stragrande maggioranza degli editoriali o delle riflessioni sono maschili.
Cosa pensano le donne di quello che accade in città, in regione e nei servizi al cittadino? Come affrontano le diverse crisi in essere? Cosa suggeriscono di cambiare o di provare a fare per migliorare le nostre città e assicurare un futuro migliore ai nostri figli?
Attenzione, non si tratta di una critica agli editoriali scritti da uomini di cui apprezzo moltissime riflessioni, di alcune firme poi sono una grande ammiratrice e mi basta quella per leggere con gusto. E sgombro subito il campo dal dubbio: non parlo di superiorità femminile, attenzione, ma parlo di complementarietà tra maschile e femminile e della ricchezza delle due voci nella società . Ogni giorno passo in rassegna decine di articoli ed editoriali, è un esercizio mattutino che credo accumuni la stragrande maggioranza dei giornalisti.
E constato semplicemente che gli editoriali scritti dalle donne, sulle prime pagine dei quotidiani italiani, sono in numero nettamente inferiore. Quanti editoriali scritti da donne avete letto negli ultimi mesi?
Senza ricorrere alla statistica vi dico pochi, troppo pochi. Manca il preziosissimo contributo femminile alle riflessioni.
Come possiamo pensare di favorire la parità di genere e cambiare qualcosa se non abbiamo accesso ad una lettura dei fatti e della società che sia anche il frutto di un’elaborazione femminile?
“Vedere con gli occhi delle donne” la politica, l’etica, il costume, la salute, la società non sarebbe un cambio di passo? Dobbiamo sdoganare gli editoriali femminili sulle prime pagine dei quotidiani!
Lasciamoci raccontare la bellezza, la maternità, le relazioni, la carriera, la politica e l’economia anche dalle donne: un viaggio affascinante tra intuizioni, storie e rivelazioni che fornirebbe al lettore una nuova consapevolezza e ci aiuterebbe concretamente a costruire una società più giusta.