A Napoli ci sono tante tappe gustose obbligate. E tra queste non può mancare l’incontro con la pizza fritta Masardona nei pressi della stazione di piazza Garibaldi, in via Capaccio Giulio Cesare.

In realtà è molto di più di una pizza: è una storia familiare di amore e passione che nasce con Carmela Pintauro, sposata a Salvatore Piccirillo e nuora di Anna Manfredi, la prima Masardona. Una storia che rivive “ in chiave moderna” attraverso papà Enzo Piccirillo ed i figlio Cristiano di anni 26.

Cristiano Piccirillo, laurea in Lingua e Letteratura moderne, a partire dalle sette di ogni mattina e fino alle 15 è dietro al banco delle pizze per prepararle con le sue mani.

Si “arricrea” preparando le pizze, spiega durante un corso di cucina organizzato presso il cooKing Lab, Gambero Rosso, di Napoli.

Imparare a fare l’impasto direttamente dal custode dei segreti della “nonna Masardona” non ha prezzo.

E’ un’esperienza davvero emozionante. Se vissuta con mio figlio dodicenne poi diventa il top.

Cristiano Piccirillo è davvero innamorato del suo lavoro ed ha seguito ciascun dei suoi “allievi” uno per uno, accompagnando le nostre mani e facendoci “dialogare” con l’impasto.

 

Ripete felice e soddisfatto : la pizza fritta è una cosa seria!

E’ stato investito dalla nostra curiosità e non si è sottratto a nessuna domanda.

La pizzeria chiude alle 15, solo il sabato è aperta anche a cena . “Si deve anche vivere”, spiega Cristiano, “altrimenti a casa serve il denaro?”. La pizza fritta, realizzata con ingredienti freschi e selezionati, costa solo due euro: papà dice che chiunque la desideri deve poterla mangiare”

L’arte culinaria della bisnonna Masardona, Anna,  rivive ogni giorno attraverso il talento di Cristiano che ha saputo cogliere la necessità di innovarsi aprendosi a “nuove esperienze”, dal rinnovamento dei locali, all’incontro e al confronto con altri chef e per finire ai tour ed ai corsi. Si è anche guadagnato la standing ovation al congresso gastronomico di San Sebastian nei Paesi Baschi dove la pizza fritta ha fatto irruzione lasciando senza parole i gourmet del mondo che si sono trovati di fronte a un prodotto tipico e identitario. E tra le ultimissime novità c’è l’apertura di un nuovo locale nella centralissima piazza Amedeo a Napoli.

Mentre prepara le sue pizze fritte o i “battilocchi” , Cristiano trasuda passione e incanta con il suo sorriso soddisfatto.

Masardona a Napoli è sinonimo di bontà, spuntino o pasto.

Proprio alla pizza fritta è legata la storia di Carmela Pintauro, sposata a Salvatore Piccirillo e nuora di Anna Manfredi, la prima Masardona. Un soprannome che era stato dato ad Anna per aver portato dei messaggi delicati durante i giorni della liberazione di Napoli dai tedeschi. Fu in quel periodo, con l’arrivo degli americani, che molti iniziarono ad arrangiarsi facendo pizze fritte davanti alle proprie abitazioni.

Da bambina, la bisnonna Anna, venne soprannominata “Masardona” da una donna del quartiere proprio per aver portato un suo messaggio ad un’altra donna con puntualità. Per questa “mbasciata” si era meritata di entrare nel rango dei “masardoni”, i messaggeri che facevano comunicare tra loro i briganti. Nel dopoguerra erano molte le donne che nei quartieri popolari di Napoli iniziarono questa attività in strada e così anche Anna iniziò a preparare con tanto amore le pizze fritte davanti al suo basso, proprio di fronte all’ attuale locale della pizzeria.

Dopo la morte della Masardona avvenuta nel 1967, l’eredità passò al figlio Salvatore e alla moglie Carmela e poi ai nipoti, tra cui Enzo, il papà di Cristiano.

La pizza viene fatta ancora come la faceva la nonna. Il tempio della pizza fritta fa sempre il pienone e conquista con i suoi sapori unici ed una frittura asciutta e digeribile.

Non solo un emozione per il palato ma anche un godimento emotivo. Insomma mangiare la pizza fritta Masardona è un viaggio nel viaggio.