Ho fatto una scoperta che mi ha lasciata senza parole. Ci sono bambole non destinate ai bambini. La “bambola Reborn” in italiano tradotte letteralmente “bambole rinate”, cioè nate due volte, sono bambole in vinile molto realistiche, lavorate artigianalmente per assomigliare il più possibile ai bambini veri. Non sono giocattoli per bambini,essendo infatti per legge vietate a minori di 14 anni, ma creazioni artistiche pensate principalmente per l’ambiente collezionistico, e a seconda del tipo di lavorazione il loro prezzo può variare da centinaia a migliaia di euro. Dovrebbe essere un prodotto da collezionismo ma non è così, almeno non sempre. Stanno avendo una certa diffusione anche in Italia e proliferano i canali youtube, i gruppi facebook e i forum dedicati a queste creature e gestiti dalle loro “mamme” adottive che sembrano immedesimarsi molto nel ruolo.
Molte donne infatti usano queste bambole con fattezze iperrealistiche per simulare la maternità, e non parliamo di un oggetto nato per superare un eventuale lutto, prassi adottata dagli psichiatri che s’interessano al fenomeno; sono giovani donne che pur non volendo un figlio utilizzano le bambole che somigliano sorprendentemente a bambini veri, per poter vivere le esperienze della maternità.
Ci sono gruppi Facebook blindatissimi chiamati “Il mio bambino speciale” nei quali le pseudomadri si scambiano esperienze, nomi di pediatri, ricette di pappe, contatti di baby sitter, indirizzi di negozi per neonati. E c’è chi addirittura compra abitini o li chiede in parrocchia portandosi dietro il bimbo speciale infagottato nella copertina colorata.
Ad accendere i riflettori sulla questione è stato il blogger e scrittore Vincenzo Maisto, in arte «Il Signor distruggere», che ha ripreso con ironia alcuni post del gruppo segreto su Facebook «Il mio bimbo speciale». Nel gruppo si leggono testimonianze incredibili. Addirittura una ragazza chiede un consiglio su come spiegare al nuovo fidanzato l’esistenza della finta neonata. Il blogger è anche riuscito a contattare Giulia, la studentessa chiamata per fare da tata alla bambola. La ragazza ha spiegato di aver avuto i brividi dopo aver scoperto la verità: «La signora mi ha fatto entrare e mi ha anche detto di parlare a voce bassa perché la bambina dormiva».
Credo che escludendo le appassionate e le collezioniste, e l’uso terapeutico, siamo di fronte alla follia. Si pensa ai pazzi come a coloro che dicono cose strampalate, ma questo nuovo e terrificante fenomeno mostra quanto sia variegato “il mondo della pazzia” e della gente fuori di testa. E la pazzia nasconde spesso un dolore, un disagio o una sofferenza profonda.
Mi spaventa molto questa fascinazione per ciò’ che vita non è e che si vuole far passare per vita vera.
Abbiamo ogni cosa ma sempre più perdiamo la nostra umanità.