L’intervista all’ ANSA di Gioacchino Starace mi ha molto emozionata. Una napoletana che insegue un sogno come me non può non emozionarsi e leggere con attenzione la testimonianza di questo ballerino nato nella provincia di Napoli, padre elettricista e madre casalinga, che da ragazzino ha lasciato la sua terra per incontrare maggiori opportunità.

C’è un lessico che ricorre in tutti i vincenti. In tutti coloro che inseguono un sogno e lo realizzano.

Ci sono parole come umiltà, sacrificio, impegno e costanza. Ci sono la gioia del sacrificio, la consapevolezza e la forza di volontà.

C’è soprattutto la convinzione che il punto in cui si è arrivato è solo l’inizio del lavoro più grande, nessun adagio. Ma c’è l’immensa gioia di fare ciò che piace. Quanti possono dire di fare il lavoro che si desidera e di aver realizzato così un sogno?

Da Pianura, quartiere della periferia di Napoli a ballerino del Teatro Alla Scala di Milano. Ora danza con Roberto Bolle, come primo ballerino ne ‘La dame aux camelias’, nell’allestimento del Royal Theatre di Copenaghen che ha inaugurato la stagione del teatro milanese. Gioacchino Starace, è napoletano doc, classe 1994 è, come Bolle, un ballerino atipico, alto e dal fisico muscoloso.

“Nella Dama delle camelie – racconta all’ANSA – il coreografo John Neumeier mi ha voluto nella parte di Gaston l’amico di Armand, interpretato da Roberto Bolle, e sono emozionato e grato per questo ruolo”. L’etoile de la Scala l’aveva già voluto con sé nello spettacolo ‘Roberto Bolle and Friends’. Diplomato all’istituto per il turismo, Gioacchino a Napoli studiava danza moderna. “Decisi di fare un concorso di danza a Spoleto – dice il danzatore – nella giuria c’era l’allora direttrice dell’Opera di Roma, Paola Iorio, che vide in me delle potenzialità come ballerino classico, così nel 2011 grazie ad una borsa di studio sono entrato alla scuola di danza classica del teatro di Roma”. “La borsa di studio per merito e reddito – aggiunge – mi ha consentito di frequentare la scuola per i quattro anni successivi, i miei genitori (mio padre elettricista e mia madre casalinga) non avrebbero mai potuto mantenermi fuori casa ed ad una scuola costosa”.

“Sono stati anni faticosi – prosegue – perché normalmente ci si avvicina alla danza classica a partire dai 9-10 anni. Io ho cominciato a 16 e ho dovuto recuperare il tempo e gli anni di esercizio perduti”. “Mi ha aiutato – dice – una grande forza di volontà e la consapevolezza di essere più indietro rispetto agli altri e quindi di dover lavorare di più, senza risparmiarmi. Ho lavorato, e lavoro, ancora oggi, sulle mie lacune con dedizione e profonda umiltà“. “Nel tempo ho capito – aggiunge – che era questo ciò che volevo fare nella vita e dunque ore e ore di esercizio alla sbarra non mi sono pesate troppo“.

Le prime audizioni non sono andate bene e Starace ha avuto paura di vedere un sogno naufragare. L’audizione al teatro la Scala, invece, è stata un successo e da due anni la vita del ballerino napoletano a Milano inizia alle 10 di mattina con un’ora e mezza di lezione ed esercizio, seguono le prove dello spettacolo che va in scena la sera e finiscono alle 17. E se c’è anche una nuova opera si prosegue a danzare. Alle 21 si va in scena. “Ho ancora tanto da imparare – commenta Gioacchino Starace – perché per diventare un ballerino completo serve molto allenamento, capacità, presenza scenica e carisma. La tecnica è fondamentale ma senza anima non si va da nessuna parte. Il ballerino prima di essere un atleta deve essere un artista”. Alla sua città, da cui è dovuto partire ancora ragazzino, Gioacchino è molto affezionato: “la vita lì non è facile e non offre grandi opportunità ma appena posso torno”.

Gioacchino Starace è stato allievo del Centro Studi Evoluzione Danza di Milano dal 2005 al 2011 dove ha conseguito il Diploma in Danza Contemporanea mentre nel 2015 si è diplomato in Danza Classica presso la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma.