Ci sono donne che hanno vite professionali fuori dal comune, che sono alle prese con missioni segrete e terribilmente pericolose. Storie con le quali forse ci confrontiamo solo quando le vediamo al cinema. Donne eroine e agenti segreti che operano sotto copertura.

La nomina di Gina Haspel a nuovo capo della Cia, la prima donna a guidare l’Agenzia ci fa invece vedere quante vite straordinarie sono reali.

 

La sua candidatura è stata a lungo dibattuta per alcune zone d’ombra che caratterizzano il suo profilo. L’Alto dirigente Cia, che ha 61 anni, ha trascorso gran parte della sua carriera come agente sotto copertura. Durante le audizioni i senatori democratici hanno lamentato l’assenza di un dossier completo circa le sue attività. La Cia ha dunque desecretato parte del suo curriculum, svelando che l’Alto dirigente ha iniziato la sua carriera in Africa, poi è passata a seguire operazioni nell’ex Unione Sovietica e quelle antiterrorismo. Tra le perplessità sulla sua candidatura, quelle sollevate dagli anni 2003-2005 quando Haspel era responsabile di centri di detenzione segreti, dove, in virtu’ del programma post attacchi dell’11 settembre, almeno un detenuto è stato sottoposto al waterboarding (annegamento), che gli Stati Uniti considerano ora una forma di tortura. Haspel sarebbe responsabile anche di interrogatori particolarmente violenti rispetto ai quali aveva disposto la distruzione delle prove. La nomina della Haspel e’ passata con 54 voti a favore e 45 contrari in Senato dove i repubblicani hanno la maggioranza con 51 seggi su 100. Tre gli esponenti del Grand Old Party (Gop) che si sono opposti, compreso il senatore dell’Arizona John McCain che però non ha potuto votare perché’ impegnato a combattere la sua battaglia contro il cancro. Il voto favorevole di sei democratici ha tuttavia consentito alla Haspel di diventare il primo direttore DONNA della Cia. 

La maggioranza dei senatori dell’opposizione che hanno appoggiato la nomina della Haspel si giocherà la poltrona alle prossime elezioni di medio termine, in calendario a novembre, in Stati dove il presidente Donald Trump nel 2016 ha sbaragliato la concorrenza della rivale democratica Hillary Clinton, come in West Virginia, in Indiana o in North Dakota.