Il muro dell’omertà sulla disparità di genere in ambito accademico viene rotto dalle dichiarazioni del rettore della Normale di Pisa,Vincenzo Barone, in un’intervista al Quotidiano Nazionale e nella successiva intervista all’Huffingtonpost .

“Promuovere le donne è impossibile”. E’ questa la denuncia che fa il rettore della Normale di Pisa

“Ogni volta che si tratta di valutare o proporre il nome di una donna per un posto da docente, si scatena il finimondo. Si parla di tutto, meno che di preparazione, merito e competenze, che dovrebbero essere i soli criteri per valutare un accademico. Calunnie belle e buone, con l’aggiunta, come accaduto in anni recenti, di lettere anonime e notizie false diffuse ad arte.”

Link:  https://www.huffingtonpost.it/2018/10/17/vincenzo-barone-rettore-della-normale-di-pisa-impossibile-promuovere-le-donne_a_23563304/

Il direttore della Normale di Pisa inoltre, nel suo discorso per l’inaugurazione dell’anno accademico ha insistito sulla parità di genere portando ad esempio
il suo ateneo: “Tra i 76 studenti entrati quest’anno al primo e
quarto anno del corso ordinario, 63 sono ragazzi e solo 13 sono
ragazze. Complessivamente il corso ordinario, a dicembre 2017,
registrava 233 ragazzi e 61 ragazze. Penso che ci sia molto da
fare, a partire dall’educazione nelle famiglie, e poi nelle
scuole, per sanare una disparità che palesemente non rispecchia
le reali capacità degli individui”

“La Normale, ha sottolineato Barone, è una montagna e il
concorso di ammissione è il picco più alto da scalare, che per
giunta si affronta subito: ma come si fa a pensare che ci sia un
genere naturalmente predisposto ad affrontare simili prove e un
genere che invece non lo è? Che c’è un genere naturalmente
dotato per le scienze e un altro no?
Le nostre allieve di
Scienze, per quanto poche, dimostrano proprio il contrario, si
distinguono in tutto e per tutto come i più numerosi colleghi
uomini. Se c’è un Alessio Figalli al Politecnico di Zurigo,
sempre al Politecnico di Zurigo c’è una giovanissima matematica,
Maria Colombo, fellow ed ex normalista”.

La denuncia fatta dal rettore della Normale di Pisa vale in quella università, tanto ambita a livello italiano ed internazionale, ma vale anche in moltissimi settori del lavoro del nostro Paese perché’ le donne fanno fatica a
sfondare il tetto di vetro. Quando le donne ci provano perché ne hanno le competenze e tutte le capacità arrivano, come denunciato dal rettore, infamie e diffamazioni e questo è molto grave.

Ma per sostenere l’attività delle ricercatrici e delle docenti
universitarie italiane occorre fare anche qualche cosa di più.
Occorre poi una rete di servizi che possa davvero rendere libere le donne di scegliere la carriera accademica, come il sostegno alla maternità per esempio. Si tratta di dichiarazioni gravissime che non lasciano spazio a interpretazioni ma ci schiacciano di fronte ad un dato di fatto che ancora molti sembrano ignorare.

Ho letto più reazioni e indignazioni per i gossip sulla vita privata e i presunti amori di Asia Argento, che per la condizione femminile nelle università.

 Tempo fa un professore universitario di fama, un barone doc, faceva umorismo dicendo che non si spiegava come le donne potessero diventare professoresse. Che fosse maschilista era evidente ma fino a dove si potesse spingere quella cultura medioevale io lo ignoravo… Poi con il tempo ho capito che anche nelle tematiche che affrontava poneva delle categorie. Alcune secondo lui, come la politica, potevano essere discusse solo dagli uomini …

 Come vogliamo risolvere il problema? Chiediamo quote rosa in accademia?

Se servono a modificare la nostra cultura ben vengano. Pian piano i professori di sesso maschile dovranno abituarsi alla presenza delle donne ma soprattutto dovranno cedere “potere”.

“Le donne nella scienza subiscono discriminazioni,come in tanti altri campi di lavoro. Perché quando cercano di farsi spazio, vengono attaccate e quindi discriminate”: così la virologa Ilaria Capua, ora alla guida del
laboratorio ‘One Health’ dell’universita’della Florida, commenta
quanto segnalato dal rettore della Normale di Pisa, Vincenzo
Barone, sui problemi che si creano quando vengono promosse le
donne in ambito accademico.
Discriminazioni che non si concretizzano solo nelle mancate
promozioni ad esempio, ma anche nel mondo in cui vengono
trattate e dipinte le donne. “Certi comportamenti e l’uso di un
determinato linguaggio, se fatto da un uomo non viene
stigmatizzato o criticato – continua – mentre se è di una donna
viene impiegato per dipingerla male o toglierle credibilità”.

Nel Sud d’Italia emerge il caso dell’università di Bari.

“Bari è abbastanza avanti, interviene sul tema il rettore
dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, perché’ abbiamo da
tempo dato vita a un Comitato unico di garanziae quindi c’è
un’attenzione costante sul tema delle questioni di genere e
delle pari opportunità
“. “Allo stesso tempo – continua Uricchio
– abbiamo introdotto, tra le prime università italiane, un
codice etico e abbiamo dato vita allo sportello dell’onestà,
dove è possibile presentare, anche in forma anonima,
segnalazioni su qualunque problematica che riguardi la vita
universitaria”.