Greta Thunberg è svedese, ha sedici anni, da mesi “sciopera” da scuola ogni venerdì per protestare contro l’indifferenza dei governi ai problemi ambientali davanti al parlamento svedese. La giovane è diventata nota per i suoi discorsi al vertice sul clima delle Nazioni Unite e al forum di Davos. Ha ideato l’iniziativa FridaysForFuture, grazie alla quale milioni di giovani in ben 1300 città sono scesi in piazza in difesa dell’ambiente.
Greta sciopera dallo scorso agosto, il mese più caldo della storia svedese, per protestare contro il cambiamento climatico. Ogni venerdì mattina si reca di fronte al Riksdag, il parlamento svedese, e rimane lì, con un cartello in mano: Skolstrejk för klimatet, sciopero scolastico per il clima. All’inizio era da sola, supportata solamente da genitori della borghesia culturale svedese – la madre è una cantante lirica, il papà un attore – che assecondavano Greta e il suo colpo di testa adolescenziale. Poi la cosa si è fatta seria. Dopo le elezioni, Greta ha continuato la sua protesta sui social network, coniando lo slogan #fridayforfuture e lanciando la sua protesta su scala globale. Il primo ministro australiano Scott Morrison è dovuto intervenire ufficialmente perché la protesta era diventata virale, chiedendo agli studenti più impegno scolastico e meno attivismo. Greta ha partecipato alla Cop24, la ventiquattresima conferenza sul clima che si è tenuta a Katovice, in Polonia e dice due cose: che dovremmo essere più responsabili del casino che abbiamo creato. E che dovremmo arrabbiarci di più.
Si è messa in testa di cambiare il mondo, pensa al bene comune suo, dei suoi figli, dei suoi simili ovunque nel mondo. Un gruppo di deputati socialisti l’ha indicata come candidata al premio Nobel per la Pace. Molti hanno criticato Greta e la mobilitazione da lei promossa. Credo che chi l’abbia fatto si sbagli. E’ molto probabile che ipocrisie, furbate e mala fede si celino dietro il “gretismo”. Capisco tutte le contraddizioni che ci sono. Non mancano quelli che usano i bambini come un’occasione formidabile per lanciare il mantra “è tutta colpa delle multinazionali occidentali”. Ma cosa c’entra attaccare una bambina, le sue trecce, i suoi eccessi? È sbagliato e anche di cattivo gusto! C’è un atteggiamento troppo ideologico negli ambientalisti, ma anche nei negazionisti. Si dice che le nuove generazioni sono apatiche ma in realtà ci sono molti che sanno esprimere serietà e concretezza. Se vogliamo dei cittadini consapevoli dovremmo incoraggiarli a partecipare e a mobilitarsi, e anche a sbagliare. Se vogliamo salvare Greta dai gretisti e dai troppi gretini, dobbiamo metterci la faccia.
Il toccante discorso di Greta @COP24 Polonia