L’estensione del diritto di voto alle donne non è una concessione ma una conquista. Le donne hanno lottato per partecipare alla vita politica e la guerra accelera un processo già avviato. Il 2 giugno 1946 milioni di donne in tutta Italia si alzano di buon mattino e in fila attendono l’apertura dei seggi elettorali per esprimere il proprio voto. È un evento capace di generare una trasformazione epocale, che spalanca la porta a provvedimenti di garanzia della parità di genere sul piano formale.
Il 2 giugno non è solo il giorno della Festa della Repubblica, è una data simbolo di libertà, di conquiste civili e politiche. Ci si arrivò subendo oppressioni, violenze, la guerra civile, i bombardamenti che distrussero le città italiane.
“Il 2 giugno saremo impegnati non solo a celebrare una data storica, ma lanceremo un messaggio forte e chiaro: per risolvere la crisi attuale è fondamentale e imprescindibile attuare pienamente la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza”, dice al quotidiano La Repubblica la Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo.
Il manifesto e le iniziative dell’ANPI per la Festa della Repubblica. Hanno previsto ogni giorno un post sui social dedicato ad un articolo della Costituzione e il 2 giugno sarà deposta una rosa rossa sulle tombe delle 21 Costituenti. Una rosa per Lina Merlin sepolta nel Famedio del Cimitero monumentale di Milano. Una rosa per Elettra Pollastrini nel cimitero di Rieti, per Nilde Iotti al Verano a Roma, per Teresa Noce sulla sua tomba alla Certosa a Bologna, per Rita Montagnana a Torino e così per le altre donne costituenti. È un pellegrinaggio di gratitudine per le 21 donne dell’Assemblea costituente quello a cui ha pensato per il 2 giugno la presidente dell’Anpi, Carla Nespolo, prima donna a guidare l’associazione dei partigiani. E’ il 2 giugno 1946. Le italiane e gli italiani hanno un appuntamento con la Storia. Sono impegnati in una votazione doppia. Devono scegliere con referendum tra Monarchia e Repubblica, ed eleggere i membri dell’Assemblea Costituente. Il Paese ne esce spaccato in due, anche geograficamente, ma il risultato finale sarà in breve tempo ampiamente accettato. A 71 anni da quella data, la festa della Repubblica è la festa della democrazia italiana.
Il 2 giugno segna l’inizio di una nuova epoca. Il 1946 è anche l’anno del debutto elettorale delle donne italiane che avviene il 10 marzo, giorno delle elezioni amministrative, per effetto del decreto legislativo luogotenenziale n. 23 del 1945, emanato dal governo Bonomi mentre l’Italia settentrionale è ancora occupata dalle truppe naziste. Il decreto sancisce il diritto di voto per le donne maggiorenni mentre un provvedimento successivo ne consacra l’eleggibilità.
Le elezioni del marzo del ’46, però, non interessano tutto il territorio nazionale. In molti comuni si vota in autunno a causa dello stato in cui versa il Paese nell’immediato dopoguerra. Per questo motivo, è bene ricordare che il primo banco di prova del suffragio universale in Italia, nella sua interezza, è il voto del 2 giugno.
Le italiane e gli italiani, quel giorno, oltre a scegliere la repubblica, danno il 35% di preferenze alla democrazia cristiana, il 20% al partito socialista, il 18% al partito comunista. Delle 226 candidate all’Assemblea Costituente, 21 su 556 seggi sono conquistati da donne: 9 per il PCI, 9 per la DC, 2 per il PSI e una della lista dell’Uomo Qualunque. Sono donne che vengono in gran parte dal Nord e dal Centro Italia. Hanno studiato e sono in maggioranza sposate con figli.
Maria Federici, Lina Merlin, Teresa Noce e Nilde Iotti entrano anche a far parte della Commissione di 75 membri incaricata di elaborare e stendere il testo della nuova Costituzione repubblicana. All’intervento della socialista Lina Merlin si deve la specifica sulla parità di genere inserita all’articolo 3, comma 1, della Costituzione. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Il 2 giugno è una festa laica, di conquista, di lotta, di sacrificio. Le manifestazioni di contorno ne ricordano e ne rafforzano la solennità.