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Essere donna in Arabia Saudita

Le donne saudite subiscono forti discriminazioni in molti aspetti della loro vita, compresa la famiglia, l’educazione, l’occupazione e il sistema giudiziario. La polizia religiosa fa rispettare la modestia del vestito e alle donne (anche se straniere) di rivedere la loro acconciatura. Possono frequentare gli studi dalla scuola primaria all’università, ma in istituti separati da quelli maschili.

Nel settembre 2017, l’Arabia Saudita è stato l’ultimo paese del mondo che ha legalizzato il transito sulle strade per le donne alla guida di autoveicoli anche se la norma diventerà effettiva nel giugno di quest’anno. Parziali e nuove aperture riguardano la possibilità per le donne di arruolarsi e il cambiamento della legge sul matrimonio. Per la prima volta nella storia del regno potranno arruolarsi nell’esercito ma senza combattere. I requisiti richiesti alle donne che vogliono diventare soldati sono 12 tra i quali la cittadinanza saudita, l’età tra i 25 e i 35 anni, il diploma di scuola superiore. Si tratta dell’ultima riforma in favore delle donne adottata dal re saudita Salman dopo l’autorizzazione a guidare, ad assistere alle partite di calcio allo stadio e il diritto ad avviare imprese senza il consenso di un uomo.

Tuttavia le associazioni per la difesa dei diritti umani fanno notare che rimane ancora in vigore la più odiosa delle restrizioni imposte alle donne in Arabia Saudita: la figura del ‘guardiano’. Un uomo – padre, marito, fratello e figlio – al quale la donna deve chiedere il permesso per sposarsi, viaggiare, uscire di prigioni e, in alcuni casi per lavorare o sottoporsi a cure mediche.

Nel caso dell’esercito, ad esempio, la nuova misura impone alle donne che vogliono arruolarsi che il loro ‘guardiano’ viva nella stessa provincia nella quale loro saranno dislocate. L’Arabia Saudita ha inoltre modificato la legge sul matrimonio, eliminando quella che viene definita come la legge ‘della casa dell’obbedienza’ che sanciva il diritto del marito di obbligare la moglie a tornare a casa anche contro la volontà di quest’ultima. La cancellazione di questo articolo è basata sul principio che la vita matrimoniale si fonda sul mutuo consenso.

La situazione dei diritti umani in questo è lontana dagli standard occidentali.

Sotto il comando autoritario  della Dinastia Saudita è stata fatta rispettare rigorosamente la legge della dottrina wahhabita (un’interpretazione del Corano). Molte libertà fondamentali non esistono ;la pena di morte ed altre pene sono state applicate spesso senza un regolare processo. Nonostante le maggiori organizzazioni internazionali esprimano ripetutamente preoccupazioni per la condizione dei diritti umani in Arabia Saudita, il regno nega che tali violazioni avvengano. E’ uno di quegli stati in cui le corti continuano a imporre punizioni corporali, inclusa l’amputazione delle mani e dei piedi per i ladri e la fustigazione per alcuni crimini come la “cattiva condotta sessuale” e l’ubriachezza. Il numero di frustate non è chiaramente previsto dalla legge e varia a discrezione del giudice, da alcune dozzine a parecchie migliaia, inflitte generalmente lungo un periodo di settimane o di mesi. La persona che dà le frustate deve tenere un Corano sotto l’ascella del braccio con cui utilizza la frusta, in modo da limitare la potenza del colpo. L’Arabia Saudita è anche uno dei paesi in cui si applica la pena di morte, incluse le esecuzioni pubbliche.

“Una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua tomba” ( Proverbio dell’Arabia Saudita)