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Quando la pubblicità che propone stereotipi non è ironica Cercasi copy disperatamente

AAA Cercasi Creatività. Di male in peggio. La toppa che peggiora il buco. Pandora, il marchio di gioielli danese prova a solleticare la curiosità degli acquirenti con cartelloni pubblicitari sui potenziali regali da fare a una donna:

«Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora».

La campagna scatena polemiche, è accusata di essere anacronistica e sessista. E ancora peggio fanno le comunicazioni successive, di chiarimento o scuse alle clienti.

Nella prima l’azienda ha provato a scusarsi, dichiarando di essersi ispirata per le pubblicità apparse in tutta Italia a una ricerca che ha evidenziato come la maggior parte delle donne a Natale riceva sempre il regalo sbagliato.

Ma niente da fare. L’irritazione degli utenti persiste. Pandora viene accusata di aver fatto una pubblicità sessista che descrive

una donna che anche negli anni 50 sarebbe stata anacronistica. Ma non è tutto. L’azienda danese prova a chiarire meglio con una nuova comunicazione e si rivolge alle sole donne, altro errore.

“Ciao a tutte,

abbiamo continuato a leggere i vostri commenti relativi alla campagna di affissione nella metropolitana di Milano e ci teniamo a condividere con voi il nostro punto di vista. La nostra intenzione era quella di strizzare l’occhio ad alcuni stereotipi che tutte noi conosciamo in maniera ironica e giocosa, assolutamente non offensiva, con il desiderio di regalarvi un sorriso.

In realtà abbiamo visto che estrapolati dal loro contesto alcuni passaggi di questa comunicazione hanno generato interpretazioni opposte al nostro intento, quindi ci scusiamo con tutte coloro che si sono sentite toccate nella loro sensibilità.”

Si scusano appunto solo con le donne, ammettendo, forse senza neanche volerlo, che l’unico target di questa pubblicità è l’uomo. Quanti stereotipi tutti insieme in questa campagna pubblicitaria. Se proprio si voleva giocare sul confronto con gli oggetti e le cose inutili non era meglio scrivere “una sciarpa, un panettone, un maglione con le renne, un bracciale Pandora”…

Stesso messaggio ma nessuno stereotipo di genere. Sarebbe comunque stata una pessima idea creativa ma meno “dannosa”.

Questa pubblicità presenta la donna come un individuo interessato solo a grembiuli, pigiami e padelle. Le donne amano leggere, si interessano di politica, di viaggi, di economia e molte sono scienziate, ma evidentemente per Pandora tutto ciò sono dettagli trascurabili. L’approccio alla donna in questi termini è un fenomeno ampiamente documentato, tipico della pubblicità degli anni ‘50. Ma possibile che un copy creativo con qualche idea un pochino più stimolante e meno “ pericolosa” non si è trovato in casa Pandora?

Penso che se in troppi non abbiamo compreso bene il messaggio di questa pubblicità temo che il MESSAGGIO sia SBAGLIATO

E se si sbaglia, e può succedere, basta chiedere SCUSA

L’ironia va saputa fare e le conseguenze si devono saper gestire.

La verità è che non puoi fare ironia su un tema caldo e quanto mai attuale.

 

Stai facendo allora ironia sulla realtà? Ancora peggio.

 

Pandora ci chiede: cosa ci farebbe felici?

 

Ci farebbe felici se chi ricopre un ruolo professionale avesse le carte in regola per ricoprirlo e molto probabilmente il team marketing e comunicazione di Pandora non è all’altezza del compito.

Un oggetto, cara Pandora, non mi farebbe più felice, anche se si trattasse di un gioiello vero e con pietre preziose.

I miei desideri contemplano valori intangibili e mi fanno gioire solo nell’immaginarli.

Nessuno oggetto mi colonizzerà o mi renderà schiava e con la mia testa e soprattutto con il mio cuore continuerò a volare.

 

 

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