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Ministero per la Solitudine o per la Felicità? Le parole contano

“Combattere la triste realtà della vita moderna che colpisce milioni di persone” è questa la mission del ministro per la Solitudine nominato dal governo britannico di Theresa May.

A ricoprire l’incarico sarà una donna, Tracey Crouch, già sottosegretario allo Sport e alla Società civile.

Nel 2017 la commissione fondata da Jo Cox, la deputata laburista assassinata da un estremista di destra prima del referendum sulla Brexit del giugno 2016, affermava che la solitudine è dannosa per la salute come fumare 15 sigarette al giorno.

“Per troppe persone la solitudine è una triste realtà della vita moderna”, ha detto May, parlando di una “sfida generazionale”. “Voglio affrontare questa sfida per la nostra società e per tutti noi e agire contro la solitudine sopportata in particolare dagli anziani e da coloro che hanno perso i loro cari – persone che non hanno nessuno con cui parlare o condividere i propri pensieri ed esperienze”.

E se invece di chiamarlo Ministero  per la solitudine lo chiamassimo per la Felicità? Oppure Ministero per l’Amicizia. Insomma se trovassimo un nome, una parola che in se contenga già la soluzione o l’obiettivo che vogliamo raggiungere non avremmo già la sensazione di aver posto la prima pietra?

Per carità, nessuna critica all’iniziativa del governo britannico che è davvero lodevole perché mostra sensibilità e attenzione per un tema che colpisce milioni di persone, e che intende finanziare gruppi che promuovono attività in grado di connettere persone a rischio isolamento. E secondo la Croce rossa britannica, sono più di nove milioni le persone che sostengono di essere sempre o spesso soli su una popolazione di 65.6 milioni.

Le parole sono importanti e dalle parole si può partire per rinnovare l’amministrazione.

Ricordate l’idea del sindaco di Gallipoli che nel 2016 scelse per la sua giunta nomi decisamente inediti? Sorriso, Felicità, Futuro, Bellezza, Periferie, Creatività.

L’assessorato alla Felicità corrisponde a quello per le Politiche sociali ed europee, che devono servire al miglioramento della qualità della vita delle persone; l’assessorato al Futuro è quello alle Politiche giovanili e Sport, perché i giovani sono il futuro; l’assessorato alla Bellezza si occupa di Urbanistica che deve servire a rendere più belle le città, la delega al Sorriso, cioè alla Cultura, è invece quella che fa migliorare le persone.

Propaganda? Solo l’operato e i risultati potranno dirlo ma sicuramente quelle parole hanno già un significato. Sceglierle significa partire con ottimismo ed entusiasmo e si ha la sensazione di aver già realizzato un pezzo del desiderio.