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Record di diminuzione di nascite in Italia: di chi la colpa?

La riduzione della natalità in Italia ha raggiunto un nuovo livello record e il suo impatto si quantificherà solo tra molti anni. Il numero medio di figli per donna si attesta a 1,34 (1,95 per le donne straniere e 1,27 per le italiane).

Come ha reso noto l’Istat le trasformazioni strutturali della popolazione hanno un impatto fortissimo su fenomeni quali nascite, matrimoni, occupazione. Per esempio, la forte riduzione del numero di donne tra i 18 e i 49 anni ha una conseguenza diretta sulla riduzione delle nascite: i due terzi del calo delle nascite stimato tra il 2008 e il 2016 si deve attribuire alla diminuzione delle popolazione femminile in età feconda, mentre la restante quota dipende dalla reale diminuzione della propensione delle donne ad avere figli. Così si legge nell’ultimo il rapporto Istat!

E’ sempre colpa delle donne. Come se la propensione ad avere o non avere figli fosse una scelta che la donna matura da sola.

Non è che le coppie, e non le donne, hanno minor propensione a fare figli?

Questo dato NON MI SORPRENDE.

Le ragioni dello “scoraggiamento” sono davvero tante. I figli costano e un genitore mette in conto di non riuscire a soddisfare i troppi nuovi bisogni secondari che la società consumistica ci fa vivere come primari; i figli richiedono una costante responsabilità e attenzione in un mondo che corre veloce; conciliare la famiglia con il lavoro è un’impresa davvero complessa che si risolve con un sacrificio costante attraverso nuove uscite economiche o con il supporto dei familiari della coppia. Molte sono le coppie che vivono di un lavoro precario e il futuro è oggettivamente sempre più incerto per tanti. Un genitore compie sacrifici con amore immenso sapendo che quell’amore gli tornerà addosso ancora più grande. Ma probabilmente ci penserà su prima di scegliere di mettere al mondo un secondo figlio per esempio…

E comunque il calo dei bebè non è una “responsabilità delle donne”. Sorprende che l’Istat descriva questa tendenza focalizzando sul sesso femminile.

Penso a Marica, la lavoratrice di Ikea licenziata a Corsico, madre separata con due figli, di cui uno disabile.

E’ stata licenziata perché non può entrare a lavorare alle 7 del mattino.

NON MI SORPRENDE il calo delle nascite.

Servono politiche? Sicuramente possono aiutare. Ma se anche il buon senso deve essere stimolato dalla politica è davvero triste.