Katharina Wincor è stata l’unica donna sul podio dell’Orchestra Cherubini (Coro del Municipale di Piacenza preparato da Casatie) e anche la più giovane, ma vanta già collaborazioni prestigiose, anche con il coro Schoenberg e l’Orchestra del Mozarteum di Salisburgo.
E’ austriaca ed ha solo 22 anni. Sarà Wincor lo scorso settembre ha aperto al Teatro Alighieri di Ravenna l’Aida in forma di concerto che ha concluso la terza edizione dell’Italian Opera Academy, fondata da Riccardo Muti e destinata a giovani direttori, maestri collaboratori e cantanti. La giovane Wincor ha diretto il Preludio e buona parte della prima scena. Spazio alle donne anche per tutti i 4 maestri collaboratori: la cinese Wei Jiang, la francese Emmanuelle Bizien, le italiane Maddalena Altieri e Alice Lapasin Zorzig.
Per l’Italian Opera Academy il maestro Muti, su 600 richieste di diplomati, con curriculum ragguardevoli da tutto il mondo, Australia compresa, che hanno fatto domanda per essere ammessi alla scuola, ha selezionato cinque bacchette e quattro maestri collaboratori. Mestiere nascosto ma prezioso, e in disuso, preparano drammaturgicamente le compagnie di canto. I quattro collaboratori sono tutte donne, e tra i giovani direttori, oltre all’italiano Marco Bellasi, c’è proprio la 22enne austriaca Katharina Wincor.
«Sono risultate le più attrezzate tecnicamente e musicalmente, non è una scelta pro o contro. Una volta le orchestre erano composte da uomini baffuti, non mi riferisco solo ai Wiener. E sempre di più sono nell’attività della direzione, a Chicago ogni anno invito da una a tre direttrici. Possono svolgere bene questo lavoro, purché restino se stesse senza mascolinizzarsi forzatamente», ha affermato Riccardo Muti.
L’ “Italian Opera Academy” da un lato è un luogo di alta formazione per i giovani direttori d’orchestra di domani, dall’altro è un progetto-pilota, interamente sostenuto dal mecenatismo privato, mirato alla promozione autentica dell’opera italiana, esemplare “made in Italy”, vincente nel mondo.
Incontrastata, da oltre quattro secoli. Forte di un successo che conquista nuovi appassionati, dai Paesi Arabi all’Oriente. Non è un caso se l’ “Italian O pera Academy”, con la direzione generale di Domenico Muti, dopo la tappa l’anno scorso in Corea, sia già prenotata per l’anno prossimo a Tokio.