Garantire maggiore tutela alle vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, commesse in contesti famigliari o nell’ambito di relazioni di convivenza, assicurando la tempestività dell’adozione degli interventi cautelari o di
prevenzione.  E ancora: corsi di formazione ad hoc per le forze di polizia perché’ sappiano rapportarsi nel modo migliore alle donne che denunciano.  Lo prevede il cosiddetto “codice rosso antiviolenza”, l’intervento normativo, approvato dal Consiglio dei Ministri del 28 novembre, che consente di adottare provvedimenti “protettivi o di non avvicinamento” in tempi rapidi preservando la incolumità delle vittime di violenza.
Il disegno di legge proposto dal Ministro della giustizia,  Alfonso Bonafede,  prevede modifiche al Codice di procedura penale. Tra le novità: viene integrato l’art. 347 del Codice di procedura penale, prevedendo l’obbligo per la polizia giudiziaria di  comunicare al pubblico ministero le notizie di reato relative anche ai delitti di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate in quanto commesse in contesti famigliari o nell’ambito di relazioni di convivenza.  Viene introdotta una presunzione di urgenza per queste tipologie di reato per cui la polizia giudiziaria dovrà comunicare il fatto al p.m. “senza ritardo”; viene garantito il diritto della vittima di essere ascoltata entro 3 giorni; viene resa obbligatoria la formazione specifica per gli operatori di polizia, dell’arma dei carabinieri e del corpo di polizia penitenziaria affinché’ acquisiscano le cognizioni necessarie a trattare i casi di violenza domestica e di genere.
L’obiettivo del provvedimento è contrastare un fenomeno agghiacciante, come dimostrano le statistiche: i femminicidi hanno raggiunto la cifra di 150 l’anno e, secondo i dati dell’ultimo rapporto Istat sulla violenza contro le donne, circa il 21% delle italiane (pari a 4,5 milioni) è stata costretta a compiere atti sessuali e 1 milione e mezzo ha subito lo stupro.

Purtroppo le denunce delle donne vengono spesso sottovalutate e l’attenzione sui casi denunciati cresce quando è ormai troppo tardi. Con questo provvedimento le donne possono trovare maggiore coraggio e smettere di subire in silenzio. Un provvedimento che dovrebbe incontrare il plauso di tutti, indipendentemente dal colore politico, perché tutto ciò che può rafforzare la lotta alla violenza di genere è una conquista di civiltà per tutti.